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In Italia, un subacqueo scopre il relitto di una barca scomparsa durante una tempesta 2000 anni fa

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In Italia, un subacqueo scopre il relitto di una barca scomparsa durante una tempesta 2000 anni fa

Il 15 luglio, il subacqueo italiano e appassionato di archeologia Fabio Matacchiera ha scoperto un relitto di 2000 anni fa, il suo carico, nonché un’ancora danneggiata nei meandri di un sito archeologico sottomarino al largo delle coste pugliesi, in Italia.

In un video pubblicato sul suo canale YouTube il 22 luglio, Fabio Matacchiera, ex campione di nuoto e subacqueo appassionato di archeologia, ha condiviso la sua scoperta fatta il 15 luglio al largo delle coste pugliesi. In fondo al Golfo di Taranto, avvistato grazie ad a GPS che mappa i fondali, il relitto di una nave romana che sarebbe affondata 2000 anni fa. Mattonelle e oggetti in ceramica rinvenuti nelle vicinanze suggeriscono che trasportasse materiali di ristrutturazione per una sontuosa villa.


Spedizione subacquea

Un sistema di mappatura subacquea gli ha permesso di identificare questo sito archeologico sottomarino. Sapeva cosa stava cercando, e lo aveva persino localizzato: nell’estremo sud-est della penisola italiana, nel Golfo di Taranto, al largo di Leporano si trova il sito sottomarino della Puglia. Che ha nascosto una nave che giaceva nelle acque per 2000 anni. Secondo gli archeologi contattati da Fabio Matacchiera, la barca risale ad un periodo compreso tra il I e ​​il IV secolo d.C. Il subacqueo, fondatore dello “Studio Matacchiera” che produce macchine fotografiche e sistemi di comunicazione subacquei, guida le sue spedizioni in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Puglia.

L'ancora rotta sembra indicare che la nave è stata colta da una violenta tempesta

L’ancora rotta sembra indicare che la nave è stata colta da una violenta tempesta. Screenshot Youtube/Fabio Matacchiera

Avviso di tempesta

Secondo gli esperti si trattava quindi di una nave mercantile, poi diretta verso un cantiere. Ulteriori analisi consentono agli archeologi di fare altre ipotesi: la barca stava navigando nel Golfo di Taranto, prima di essere colta da un violento temporale, e schiantarsi sugli scogli. Ne è prova la presenza dell’ancora di ferro il cui perno è rotto, scoperta nello stesso luogo, nel fango marino. Ha precisato il professor Mario Lazzarini, specialista in archeologia subacquea “L’ancora mostra una frattura del fuso che testimonia che la nave (lunga forse 15 metri), prima di affondare, era in grande difficoltà a causa di un violento temporale che l’ha spinta verso la costa. »

Fabio Matacchiera guida le sue spedizioni in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Puglia.  Schermata YoutubeFabio/Matacchiera

Fabio Matacchiera guida le sue spedizioni in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Puglia. Schermata YoutubeFabio/Matacchiera

Un progetto di ristrutturazione?

La nave romana, datata all’Alto Impero (27 aC – tra il 192 e il 305 dC) era carica di un ricco carico, ha confermato Fabio Matacciera che ha trovato centinaia di mattoni, tegole e oggetti di ceramica. Gran parte di essa rimane ancora sepolta tra sabbia e rocce. Tutto fa pensare che la nave stesse trasportando il materiale necessario per la costruzione, o la ristrutturazione, di una sublime villa in Puglia. Sicuramente una villa costiera. La rivista La Ringhiera lo segnala“In quel periodo la costa orientale di Taranto vide fiorire le ville rustiche, veri e propri grandi casali con lussuose residenze private sul mare, le cui rovine testimoniano che i ricchi membri della famiglia imperiale possedevano residenze nella regione. “. Mario Lazzarini presume che altri relitti giacciono ancora sui fondali in questa zona. “Avevo già segnalato un naufragio di una nave nelle vicinanze. Non sarei sorpreso se in futuro venissero scoperti altri relitti”.

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