Il progetto del salario minimo destabilizza i datori di lavoro
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, chiede il mantenimento della contrattazione collettiva. Secondo lui, imporre per legge un salario minimo in Italia “non risolverà il problema del cattivo lavoro”.
“La semplice introduzione di un salario minimo legale, senza misure volte a migliorare la rappresentanza” delle parti sociali, “non risolverà né il problema principale del cattivo lavoro, né la piaga del dumping contrattuale, né darà più forza all’azione collettiva .” Contrattazione”, ha detto.
All’assemblea della Federazione delle industrie a Roma, ha spiegato, il dibattito sull’applicazione del salario minimo, che si svolge in Italia da diversi mesi, “sembra ignorare il fatto che la nostra Costituzione ci obbliga a riconoscere un giusto salario al lavoratore .” .
Dare un “giusto salario” è una questione di negoziazione collettiva, ha affermato Bonomi, prima di aggiungere che “esiste un legame inestricabile tra salari e produttività”.
“Negli ultimi vent’anni il settore industriale ha assistito a dinamiche salariali molto superiori a quelle registrate nel resto dell’economia italiana”, ha sottolineato.
L’Italia è tra gli ultimi cinque paesi dell’Unione Europea, insieme a Finlandia, Svezia, Danimarca e Austria, in cui i salari vengono fissati esclusivamente attraverso negoziazioni collettive tra datori di lavoro e sindacati.
L’opposizione di centrosinistra ha presentato un disegno di legge volto a creare un reddito minimo di 9 euro l’ora, ma deve affrontare lo scetticismo della coalizione di destra e di estrema destra guidata da Giorgia Meloni.
Secondo l’OCSE, l’Italia è l’unico Paese europeo in cui i salari reali (inflazione esclusa) sono diminuiti tra il 1990 e il 2020 (-2,9%).
Agenzia di stampa francese
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