Focus oggi sulle maglie di tre squadre di calcio (Germania, Italia e Olanda) attualmente partecipanti al Campionato Europeo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, queste tuniche non si riferiscono alle bandiere dei paesi rappresentati. Incredibile, vero? Spieghiamo perché.
Nessuno se lo sarà perso il 16e Il Campionato Europeo delle Nazioni è iniziato venerdì scorso, per la gioia degli appassionati di calcio, svezzati dalle grandi competizioni internazionali negli ultimi tre anni.
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Un fatto notevole nel microcosmo del calcio europeo, dove i due maggiori tornei (Euro e Mondiale) si tengono solitamente ogni due anni.
Una situazione quasi inedita – visto che bisogna risalire al 1958, due anni prima della creazione dell’Euro, per trovare tracce di tale aspettativa – che si spiega naturalmente con il contesto sanitario, che ha costretto le autorità della UEFA a rimandare questa edizione di un anno.
Un rinvio che ha suscitato un’estrema frustrazione tra i tifosi e capiamo che alcuni sono sollevati di poter finalmente tirare fuori i propri colori per tifare la propria squadra del cuore.
Colori appunto, parliamone!
Se sei un attento osservatore, avrai sicuramente notato che alcune selezioni giocano con maglie quanto meno sorprendenti, rispetto ai paesi che dovrebbero rappresentare.
Infatti, a differenza dei Blues di Didier Deschamps che logicamente si evolvono in blu, bianco e rosso, altre nazionali indossano colori estranei a quelli della loro bandiera.
Vi siete mai chiesti perché i nostri migliori nemici italiani giocassero in blu? O perché il colore arancione era predominante sulla tunica olandese?
Devi sapere che queste scelte non sono dovute al caso e molto spesso nascondono riferimenti intimamente legati alla storia delle nazioni interessate.
Quindi, per smettere di porsi la domanda e per brillare finalmente nella società durante una notte di calcio, scopri gli aneddoti dietro i colori delle maglie di tre famose squadre europee.
La Germania mostra ancora la sua zampa bianca
“Nemici” ereditari della Francia dai Mondiali del 1982 e da un’epica semifinale di disastrosa memoria a Siviglia, i nostri rivali tedeschi hanno sempre giocato a zero.
Un colore anomalo quando sappiamo che il tricolore tedesco è composto da nero, rosso e giallo.
Ma allora perché NazionaleMannschafft sta giocando in bianco?
La risposta è abbastanza semplice e fa appello alla memoria nazionale della Germania!
Il bianco è un riferimento allo stemma della famiglia reale degli Hohenzollern, che governò l’Impero tedesco dal 1871 al 1918.
Fondata nel 1900, durante il regno del Kaiser Guglielmo II, la Federcalcio tedesca scelse quindi logicamente, all’epoca, il colore bianco dell’impero per vestire la propria maglia, oltre al nero per i pantaloni e i pantaloncini. ).
Colori usciti dalla prima partita ufficiale del forza lavoro, 5 aprile 1908 contro la Svizzera (5-3).
Quanto all’aquila, emblema del Kaiser, è stata integrata nello stemma della squadra e compare ancora oggi sulla maglia.
Quando la bandiera attuale fu adottata durante l’avvento della Repubblica di Weimar (1919-1933), che voleva tracciare una linea dall’era imperiale, la squadra nazionale fece la scelta di mantenere i suoi tradizionali colori bianco e nero.
Da allora non sono mai cambiati!
Una continuità che si spiega anche con la superstizione perché – ad eccezione dei Mondiali del 1982, dove si imbatterono in una grande squadra italiana – i tedeschi vinsero tutte le finali disputate in bianconero ( Mondiali 1954, 1974, 1990, 2014 e Campionati Europei 1972, 1996, 2014).
La squadra azzurra, Italia
Soprannominata “La Squadra Azzurra”, l’Italia è una delle squadre europee più leggendarie della storia del calcio.
Quattro volte campione del mondo e una volta campione d’Europa, la squadra italiana rimane uno dei riferimenti mondiali, nonostante un recente passato a scacchi.
A volte adorati, a volte odiati, gli Azzurri non lasciano mai indifferenti e possono contare sul sostegno di tifosi di tutto il mondo. Tifosi che urlano al suono di “Forza Italia” indossando con orgoglio la mitica maglia azzurra!
Un colore che nulla ha a che vedere con la bandiera delle Transalpine, fatta di verde, bianco e rosso.
Per capire perché gli italiani si vestono di azzurro, bisogna tornare alle origini del calcio nello stivale.
Se la Federazione italiana è stata fondata alla fine dell’Ottocento nel 1898, la selezione dovrà comunque attendere il 1911 e una partita contro la Francia (6-2) per poter disputare il suo primissimo incontro ufficiale.
Per l’occasione le azzurre vestono la maglia bianca ma, dalla terza partita contro l’Ungheria, la squadra sceglierà di giocare in Azzurro (pur mantenendo il bianco per giocare in trasferta) per rendere omaggio alla Casa Savoia, dinastia da cui proveniva Vittorio Emanuele II, primo re dell’Italia unita, tra il 1861 e il 1878.
Il blu era il colore emblematico di questa dinastia e il colore era presente anche sulla bandiera del Regno d’Italia, dal 1861 fino alla caduta della monarchia nel 1946.
L’Oranje meccanico dei Paesi Bassi
Le “Arance Meccaniche”, come vengono tradizionalmente chiamate, prendono ovviamente il loro soprannome dal colore mitico della loro maglia che ha visto alcuni dei calciatori più eleganti della storia, a cominciare da Johan Cruijff e Denis Bergkamp. .
Ma quando conosci un po’ la sua geografia o meglio la sua vessillologia (guarda, imparerai sicuramente una parola nuova, o no), un dettaglio ci fa spuntare lo stesso!
Il colore arancione, infatti, non compare mai sul tricolore dei Paesi Bassi che, come il nostro, è composto (nell’ordine) di rosso, bianco e blu, sotto forma di bande orizzontali.
Tuttavia, la scelta di questo colore non è banale! Al contrario, è un vero e proprio cenno alla storia della nazione olandese.
Fin dalla loro fondazione, alla fine dell’Ottocento, le prime federazioni sportive del Paese – tra cui quella del calcio, nata nel 1889 – hanno infatti scelto di giocare in arancione in riferimento a Guillaume d’Orange-Nassau (1533-1584), considerato come il padre fondatore della civiltà olandese.
Conte di Nassau allora titolare in piedi (tenente o governatore generale) di Olanda, Voorne, Zelanda e Frisia occidentale, dal 1559 governò un territorio corrispondente all’attuale Belgio e Paesi Bassi.
Desideroso di liberare tutte le province che governava dal giogo spagnolo, aveva scelto di riunirle sotto la stessa bandiera arancione, in riferimento a una di esse: il principato di Orange, situato nel Vaucluse. .
E per la cronaca, dovresti sapere che questo colore arancione era davvero presente sulla bandiera originale dei Paesi Bassi, accompagnato da bianco e blu.
Ma, per motivi di visibilità marittima, questa banda arancione fu sostituita da una banda rossa nel XVIII secolo, in modo che le navi potessero distinguere chiaramente la bandiera.