I semi della protesta stanno scuotendo i porti nazionali e rischiano di diffondersi in tutta la Penisola.
Di Silvia Benedetti
UNA barca disperata, Dio permette di trovare il porto. Se gli italiani, che oggi si oppongono all’introduzione del lasciapassare sanitario in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati della Penisola, conoscessero questo vecchio detto francese, lo avrebbero eretto a slogan politico. È, infatti, in alcuni porti del Paese, a cominciare da quello di Trieste, che la protesta contro il provvedimento adottato dal governo, in vigore da questo venerdì, prende sempre più ampio e profondo.
Il comunicato diffuso questo martedì dall’organizzazione CLPT (Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste) usa un linguaggio conciso e inequivocabile: “Non accetteremo nessun accordo o compromesso finché non verrà abolito il tesserino sanitario necessario per lavorare, non solo per il dipendenti del nostro porto ma anche per tutti i lavoratori del Paese”, si legge sul documento.
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