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La carne sintetica è la carne di domani?

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Le normative sono nel panico riguardo alla carne sintetica. Mentre l’Europa fa un passo avanti verso la sua accettazione, l’Italia è il primo Paese a vietarne la produzione e la commercializzazione.

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La carne sintetica è la carne di domani?

Il fatto che l’Europa stia facendo un passo avanti verso la sua accettazione e che l’Italia ne stia vietando la produzione e la commercializzazione illustra bene la confusione che c’è attualmente attorno a ciò che alcuni vedono già come il “carne del futuro”mentre altri lo considerano come “Carne di Franken”l’orrore peggiore.

Parliamo della carne del futuro perché è carne “Proprio”, coltivato, ad esempio, da cellule dell’occhio costale in laboratorio. Otteniamo così carne vera, con lo stesso sapore, senza uccidere o ferire nessun animale e senza allevamenti di 1.000 mucche. Non esiste una mattanza barbarica e, alla fine, la bistecca è paradossalmente vegana. Solo che dopo scandali come la mucca pazza o le lasagne al cavallo, oggi, si cerca qualcosa di autentico e naturale.

Oltre ad una questione di immagine, c’è anche la paura dell’ignoto poiché il principio della carne sintetica è molto nuovo ed è ancora in fase di ricerca. È anche in nome del principio di precauzione, e anche per tutelare i propri allevatori, che il governo italiano ha votato a favore di questo divieto. Molti osservatori ritengono prematura questa decisione. Vedono soprattutto il peso delle lobby agricole, perché oggi solo due paesi hanno autorizzato la commercializzazione di questa carne per il consumo umano, Singapore dal 2020 e gli Stati Uniti dallo scorso giugno.

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Il marketing non è ancora pronto

Inoltre, nessun attore è commercialmente pronto. Il più avanzato si chiama Eat Just. Coltiva crocchette di pollo per ristoranti a Singapore e Washington DC. Ma è in grado di produrre solo 3 kg a settimana. Il che è davvero ridicolo.

L’Europa, però, ha appena accolto una prima richiesta produzione e commercializzazione, ma per alimenti per gatti e alimenti per cani. È diventato un classico: appena un alimento disgusta l’uomo, lo offriamo agli animali. Ad esempio, gli insetti che volevamo che gli esseri umani mangiassero per salvare il pianeta oggi vengono dati ai pesci e ai maiali che fungono da cavie. Forse sarà la stessa cosa con il “Carne di Franken.”

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