È lavoro al lavoro. La Porta Bataclan trafugata, ritrovata in Italia, è ora oggetto di un aspro contenzioso legale. È in corso un ricorso in cassazione in merito alla risposta giudiziaria alla vecchia uscita di emergenza, disegnata dall’artista Banksy dopo l’attentato del 13 novembre 2015. Al conflitto si oppone da un lato i proprietari dell’edificio della sala ricreativa, e da dall’altro, dalla città di Parigi, divenuta direttrice del suo fondo di gestione. Il popolo e il comune stanno litigando sulla proprietà della porta, che mostra uno stampino che rappresenta una giovane ragazza che piange in onore delle vittime dell’attentato terroristico.
La sfida è simbolica e finanziaria. “La porta di Banksy rischia di essere venduta. Rifiutarsi di restituirla priva le vittime dell’attacco del Bataclan di una parte della loro memoria”, Dì il consiglio della città di Parigi. Contattato il procuratore comune della famiglia – il proprietario delle mura dell’edificio – che ha fatto restaurare la porta, non ha voluto commentare. Tale contenzioso è scoppiato a margine del fascicolo dell’indagine giudiziaria dedicato al furto della porta, nella notte del 26 gennaio 2019. Secondo questa indagine, tre persone hanno rubato la porta che Banksy aveva disegnato, tagliando i cardini con una smerigliatrice . Il trio ha funzionato in pochi minuti, facendo credere al medico legale che il processo fosse “preparato con cura”.
La porta è stata trovata il 10 giugno 2020 dagli investigatori del 2E Una zona di Polizia Giudiziaria, intatta e nascosta in un fienile, in Italia. Otto uomini, di età compresa tra i 31 ei 58 anni, sono stati rinviati l’8 giugno al Tribunale penale di Parigi con l’accusa di “furto e occultamento in occasione di riunioni”, con l’accusa di aver partecipato al furto, trasporto o trasporto dell’oggetto di valore in Italia, per accertata motivi. completamente spiegato. Sospettato di sponsorizzare il furto, Leon che ha un profilo strepitoso, ricco di milioni secondo lui grazie al lotto, afferma di essere stato presentato di fatto dai suoi amici d’infanzia.
Posto sotto sigillo, poi restituito
Una volta aperta l’indagine giudiziaria, due parti civili si sono unite al procedimento penale, sostenendo di aver subito i danni per il furto dalla Porta Bataclan. D’altra parte, Daniel Habrikorn è il rappresentante della famiglia reale unita che possiede le pareti dell’edificio del teatro. 76enne autore di raccolte di poesie negli anni ’70, avventuriero e regista di documentari diventato presentatore di Radio Cortoise, ha guidato la ristrutturazione dell’edificio all’inizio degli anni 2000. È un discendente del drammaturgo Gaston Habrikorn, che acquistò il leggendario teatro nel 1905. Al fascicolo dell’indagine un’altra parte civile: Jerome Langlet, direttore del ramo spettacolo del Gruppo Lagardère, direttore della società operativa Bataclan, e quindi inquilino del costruzione.
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