Atene è in allerta dopo l’escalation di dichiarazioni aggressive da parte dei funzionari turchi – alleati di Erdogan – contro Grecia e Cipro, che sembrano intensificarsi mentre il presidente turco cerca di convincere l’Occidente delle sue intenzioni e obiettivi nella più ampia regione del Mediterraneo orientale. .
- Il rifiuto di Recep Tayyip Erdogan di consentire alle forze turche e ai mercenari di Ankara di lasciare la Libia rimane un elemento chiave delle controversie con Washington e altri attori occidentali, mentre il fallimento degli obiettivi esacerba anche le crescenti tensioni in Siria.
Ankara vede un tentativo della Grecia di isolarla
L’assenza dichiarata della Turchia dalla conferenza sulla Libia – che si terrà il 12 novembre a Parigi – e dal prossimo Quartetto Grecia, Francia, Egitto e Repubblica di Cipro il 19 novembre, e anche le basi statunitensi a Evros coltivano, dal punto di vista di Ankara, un clima di sforzi di “isolamento” che supera la Grecia.
- Parallelamente a questo processo, l’attivazione di attori potenti – come Ibrahim Kalin, Hulusi Akar, Numan Kurtulmus – ma anche di secondaria importanza come Mevlut Cavusoglu e Suleyman Soylu, indica l’esistenza di un partito di governo all’interno del partito di governo.
In pratica, questo lascia al governo Erdogan l’unica via d’uscita per una dimostrazione di forza contro il paese più debole nelle sue immediate vicinanze, Cipro.
Erdogan intende tornare al lotto 6 della zona economica esclusiva di Cipro
Secondo le informazioni provenienti da fonti competenti (Kathimerini tis Kyriakis), nel prossimo periodo, il piano dei turchi (attraverso rilievi sismici o una piattaforma di perforazione galleggiante) per tornare al lotto 6 della zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro, che la Turchia considera de fatto. come parte della piattaforma continentale.
Certo, non sono a loro agio ad Atene, perché sanno che Erdogan ha trasformato il memorandum turco-libico nel “santo graal” dell’espansione nel Mediterraneo orientale.
La maratona diplomatica continua ad Atene
Tuttavia, la maratona diplomatica continua ad Atene. Dopo l’apertura e la proficua collaborazione con il mondo arabo, come testimonia la recente visita del primo ministro Kyriakos Mitsotakis in Arabia Saudita, Atene svela la sua agenda africana.
Il ministro degli Esteri Nikos Dendias è stato in Ruanda giovedì e venerdì e dovrebbe volare in Ghana alla fine di novembre. Successivamente, il Sig. Dendias visiterà il Senegal, dove assisterà all’apertura dell’Ambasciata greca a Dakar, che ha già lavorato nei mesi scorsi con l’Ambasciatore Efthymios Costopoulos.
Il processo di bonifica delle terre del Corno d’Africa
In termini geopolitici, la Grecia, dopo 12-15 anni di quasi totale assenza, vuole recuperare terre in tutta la regione dalla costa al Corno d’Africa.
Ad Atene, l’assenza di un passato coloniale e la contemporanea partecipazione a organizzazioni internazionali – come l’Unione Europea. E la NATO – una garanzia di discussioni più facili con paesi come il Ruanda. In questo contesto, si prevede che la diplomazia sui vaccini si intensificherà con donazioni al di fuori del Ruanda.
I contatti della Grecia sono facilitati anche dalla sua partecipazione alle organizzazioni francofone e lusofoniche, alle quali partecipano molti paesi africani, la cui lingua ufficiale è il francese o il portoghese, soprattutto nei primi paesi.
Presenza in Asia centrale
Allo stesso tempo, la Grecia sta cercando di ottenere una presenza in Asia centrale, come dimostra il recente viaggio del vice ministro degli Esteri per la diplomazia economica e l’estroversione, Costas Frangogiannis, a Bishkek, in Kirghizistan, dove si è svolta una conferenza allargata dell’Unione europea tenuto. E i paesi della regione (Uzbekistan, Kazakistan, Turkmenistan, Tagikistan e Kirghizistan).
Anche Vassilis Sofias intende aprirsi nel Caucaso, il che è logico e da sempre legato alla dimensione europea della politica estera greca.
Contatti Dendia in Italia
Domani e dopodomani Mr. Dendias si recherà in Italia, dove avrà contatti a Roma. Domani scambierà con il suo omologo Luigi Di Maio gli strumenti di certificazione delle zone marittime, atto ufficiale ma anche simbolico degli accordi di delimitazione della zona economica esclusiva tra Italia e Grecia.
Martedì Dendias incontrerà in Vaticano il cardinale Pietro Parolin, responsabile dei rapporti della Santa Sede con l’estero e uno dei più stretti confidenti di papa Francesco.
Si prevede che si parlerà, ovviamente, della prossima visita di Papa Francesco in Grecia, nonché della possibilità di organizzare un quartetto con la partecipazione di Serbia e Repubblica di Cipro, alla luce della crisi bosniaca.
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