Educazione, diritto, dovere e impegno civile, questi i pilastri della Fondazione Patrizio Paoletti. Nata ad Assisi nel 2000, collabora a stretto contatto con la ricerca interdisciplinare, per combattere l’analfabetismo nel mondo.
Che ci sia il sole o il freddo, la pioggia o il sole, battendo forte sui sette colli della Città Eterna, loro sono lì, fedeli al posto. Ignorando il disprezzo di qualche passante, gli sguardi sfuggenti, e talvolta anche l’aggressività di alcuni, vi chiamano con naturale benevolenza, vi offrono un sorriso paziente, per condividere con voi questa causa che è vicina alla loro cuore e in cui credono profondamente: educazione per tutti e ovunque. Incontrata all’ingresso di Piazza del Popolo, Alessia Fisher, giovane attrice dal buonumore contagioso, ha accettato di condividere la sua esperienza di reclutatore di donatori e la sua opera di sensibilizzazione presso i romani.
La ricerca al servizio dell’educazione universale
Il Fondazione Patrizio Paoletti nasce nel 2000 come antenna di ricerca ad Assisi. Da quasi vent’anni studia il funzionamento dell’uomo come oggetto di ricerca interdisciplinare neuroscientifica, psicologica, educativa, didattica e sociale. I risultati di questa ricerca, regolarmente aggiornati con le nuove scoperte, trovano un’immediata eco in campo educativo e didattico, e consentono di promuovere i talenti di domani.
LPJRoma: Quali sono le missioni della fondazione? In quali paesi, continenti opera?
A PARTIRE DAL: La fondazione sta lavorando a vari progetti, tra cui quello di Scuole nel mondo – in francese, scuola nel mondo. Questo programma lavora per creare condizioni favorevoli all’alfabetizzazione infantile, al fine di coltivare il benessere dei bambini e di rompere le dinamiche di dispersione scolastica. In collaborazione con le sedi locali, la fondazione ha ristrutturato le scuole e garantito salute e sostegno alimentare ai bambini.
La forza di questo programma è avere una visione a lungo termine. Il lavoro di ricerca svolto dalla Fondazione prevede la formazione del personale educativo partecipante al programma secondo il metodo della “Pedagogia per il Terzo Millennio”. Al momento sono particolarmente attivi in Kenya (Nairobi), Brasile (Macaè favela), Italia a Scampia e Tornata Bella Monaca, Congo (Kinshasa) e Nepal (Katmandu).
LPJRoma: Qual è il tuo lavoro esattamente?
A PARTIRE DAL: Uno degli elementi più importanti della Fondazione Paoletti è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sia nelle piazze che nelle strade, nella metropolitana, nei supermercati e nei centri commerciali. Il nostro lavoro è condividere i valori della fondazione con le persone che incontriamo. Dalla giustizia sociale alla conoscenza del mondo in cui viviamo, estirpiamo il meglio degli individui a cui ci rivolgiamo, in altre parole, facciamo appello al loro altruismo, alla loro generosità, alla loro sensibilità, alla loro empatia e al loro amore. È con questi elementi che possiamo davvero costruire un futuro, un mondo migliore per noi e per le generazioni future.
LPJRoma: Quali sono le tue principali difficoltà nel portare a termine le tue missioni?
A PARTIRE DAL: La parte più difficile è sapere che tutto dipende dall’esterno e mai da noi. Ad esempio, quando siamo arrabbiati o frustrati perché qualcuno ci ha risposto in modo sbagliato, o quando le cose non vanno come speravamo.
LPJRoma: Perché secondo lei è necessario il lavoro dell’associazione Patrizio Paoletti?
A PARTIRE DAL: È necessario perché partecipa alla consapevolezza degli individui. Tuttavia, tutto questo dipende dal nostro atteggiamento e dalla nostra capacità di mostrarci entusiasti, sorridenti ed energici. E poi c’è il relazionale, nel senso più vero della parola. Insieme, questi elementi fanno la differenza, non solo per chi ci avviciniamo ma anche per il mondo che ci circonda e con cui lavoriamo, ovvero bambini, famiglie, educatori e insegnanti.
LPJRoma: Potresti condividere con noi un ricordo che ha segnato la tua esperienza all’interno del fondazione.
A PARTIRE DAL: Ricordi, ne ho tanti. Uno in particolare risale a poche settimane fa. Ho chiamato un uomo a Tivoli e poi mi ha raccontato la storia della sua vita. È stato un momento particolarmente commovente. Questo signore, dopo aver perso la madre, è stato costretto a vendere la sua casa prima di vivere per un periodo in strada e di doversi nutrire di beneficenza. Oggi vive FELICE con il suo compagno non lontano da Tivoli. Era impaziente di poter aiutare il prossimo perché sapeva cosa significava vivere senza niente. È solo una storia toccante tra le tante che ho avuto modo di ascoltare in tre lavori alla Fondazione Patrizio Paoletti.