L’impresa sportiva ci sembrava impossibile, piloti alle prime armi e guidatori di semplici berline, anche di bici elettriche con il bel tempo. Quindi, viaggiare in Italia da Brescia a Roma – e ritorno per i più avventurosi – quasi 1600 chilometri a bordo di una Zagato Fiat 1100 E Berlinetta del 1954 ci è sembrato insormontabile come volare senza la patente di pilota sopra. Alpes. Perché, sì, a rischio di deludere i ferventi difensori dei vecchi veicoli, quest’auto, certamente dalle linee pure ed eleganti, sembra più una soapbox dotata di un motore che un fuoristrada ultra confortevole e facile da guidare. a cui siamo abituati da decenni ormai.
Il nostro veicolo, esteticamente molto carino, è un modello in serie limitata che ovviamente non prevede cintura di sicurezza, volante assistito, o qualsiasi gadget abituale che potrebbe apparire oggi, con un piccolo senno di poi, alquanto superficiale. Con freni capricciosi, era necessario, per non finire fuori strada – cosa accaduta quasi due volte -, sollecitare la nostra concentrazione, la nostra agilità, la nostra mente e il nostro fisico. Idem per il nostro copilota che doveva non solo assisterci, ma anche seguire il roadbook e leggere le indicazioni sulle strade. Perché sì, contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare, lo sforzo fisico è intenso.
Alla fine di una giornata di guida, sentiamo la tensione su braccia, schiena, gambe e addominali. Per non parlare di una certa stanchezza intellettuale, visto che non siamo più abituati a concentrarci per un periodo così lungo. Tuttavia, guidare a tutta velocità nei passi, su piccole strade, in mezzo a borghi storici della penisola italiana ci ha regalato la scarica di adrenalina. Salutare gli abitanti delle province che ti applaudono, ti benedico e ti incoraggiano ci ha dato emozione. Deviare dalle regole della strada tagliando le linee bianche, facendo girare il semaforo rosso o persino guidando nella direzione opposta scortati da agenti di polizia in motocicletta ci ha dato il potere. Competere con altri piloti esperti e appassionati ci ha dato l’ambizione. Sì, in fondo in fondo abbiamo anche sognato di vincere la gara, anche se l’obiettivo di questo raduno di regolarità è soprattutto quello di partecipare ad un evento leggendario, ammirare le belle meccaniche, godere di magnifici paesaggi e godere di un’atmosfera generale unica.
Da Brescia a Roma e ritorno
Anche se quest’anno è stato speciale vista la situazione sanitaria globale, la Mille Miglia Storica ha richiamato più di 700 partecipanti, ovvero circa 354 equipaggi da 31 Paesi. Tra loro, famiglie della borghesia italiana, collezionisti di auto d’epoca, miliardari e altre star del momento. Ogni anno gli organizzatori selezionano i veicoli che potranno gareggiare. Devono aver partecipato almeno una volta alla Mille Miglia originale tra il 1927 e il 1957. Sarà quindi necessario pagare 9000 euro a squadra per far parte dell’avventura.
La partenza della Mille Miglia si è svolta giovedì 22 ottobre a Brescia, in Viale Venezia. Il corteo di auto d’epoca ha attraversato i paesaggi del Lago di Garda, Mantova, Ferrara e Ravenna per concludere la prima giornata di gara a Cervia-Milano Marittima. Il giorno dopo ci svegliamo alle 6 del mattino e ci dirigiamo verso Roma, sotto una fitta nebbia, dove arriveremo alle 23, ovvero dopo più di sedici ore di guida. Mentre il nostro viaggio si è fermato nella Città Eterna, i più avventurosi hanno preso la strada il giorno dopo di prima mattina, sotto la pioggia, per tornare al punto di partenza, Brescia.
Anche se durante la gara si inalano molti gas di scarico, questo rally è stato vissuto da molti come una vera boccata d’aria fresca in questo periodo di crisi sanitaria. Partecipanti, volontari e spettatori sono stati felici di prendere parte a un evento che è l’orgoglio dell’Italia, patria di auto prestigiose e sportive. Questi ultimi sono infatti parte integrante del loro patrimonio. Non è la Penisola all’origine delle più belle vetture di grandi marchi, come Ferrari, Lamborghini e Maserati? Senza contare ovviamente le vetture sportive con Fiat, Alfa Romeo o Lancia. L’Italia continua ad essere tra le prime cinque case automobilistiche al mondo, con Fiat che domina il settore con il 90% della produzione complessiva.
Partner storico Chopard della Mille Migla
Dal 1988 la casa di Ginevra è partner principale e cronometrista ufficiale della famosa gara di durata. È grazie ad essa che ha saputo perpetuare la tradizione, oggi riservata alle auto da corsa classiche. Karl-Friedrich Scheufele, co-presidente di Chopard, è appassionato del mondo automobilistico classico. Ha una vasta collezione di veicoli d’epoca, inclusa una vecchia Mercedes-Benz appartenuta a Papa Pio XI. Ha così lanciato una collezione di orologi Classic Racing che intrecciano un legame tra ingegneria automobilistica e orologeria meccanica. Ogni anno Chopard crea un’edizione limitata di 1000 Mille Miglia in uno stile vintage, sportivo ed elegante, proprio come la gara da cui si ispira.
Questo è il primo anno in oltre trent’anni che Karl-Friedrich Scheufele non ha partecipato alla gara. Di solito corre con il suo migliore amico, il pilota belga Jacky Ickx, che funge da co-pilota. Alcuni anni prima, anche suo padre, sua moglie e sua figlia avevano preso parte alla famosa manifestazione. Una storia di famiglia in un certo senso, per i suoi appassionati di vecchi pullman.
Chopard ha presentato il suo nuovo cronografo Mille Miglia Race Edition creato appositamente per questa nuova edizione della Mille Miglia. Disponibile in 250 pezzi, del diametro di 42 mm, in acciaio inossidabile DLC micropallinato e oro rosa etico con quadrante nero e cinturino in pelle, e in 1000 pezzi interamente in acciaio inossidabile DLC micropallinato, ognuno è dotato di un movimento a carica automatica. certificato “Chronometer”.
Dopo oltre 45 ore di guida attraverso 245 comuni italiani, Silvia Marini e Francesca Ruggeri hanno vinto il Premio Chopard per la “Coppa delle Dame”, prima squadra femminile a tagliare il traguardo (in 24e posizione nella classifica generale) al volante di una Bugatti T40 del 1929.
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