ECircondata da una macchia leggermente nebbiosa, una giovane donna fissa il lettore con i suoi occhi limpidi, con dolcezza e determinazione. Il visual della copertina suggerisce che l’autore entrerà nel regno dell’intimo, e il titolo, Sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee (“Io sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee”, non tradotto), rende ancora più chiara questa intenzione.
Con questa autobiografia pubblicata l’11 maggio da Rizzoli, il nuovo astro nascente dell’estrema destra italiana, Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia, post-fascista), ha quindi voluto raccontare la sua storia in prima persona, in un momento in cui si presenta come una contendente per le posizioni più alte. Così facendo risponde a una sorta di tradizione nella storia recente del diritto italiano. Nel 2001 il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che si accingeva a riprendere il potere, inviò a ciascuna famiglia un volume agiografico intitolato Una storia italiana (“Una storia italiana”). Nella primavera del 2016 è toccato al leader della Lega (estrema destra), Matteo Salvini, pubblicare un’opera molto autobiografica, dal titolo Secondo Matthieu (“Secondo Matteo”, Rizzoli, non tradotto).
Ma in questo campo Giorgia Meloni ha fatto molto meglio dei suoi predecessori: con una dozzina di ristampe e più di 160.000 copie vendute in meno di tre mesi, io sono Giorgia ha letteralmente sbaragliato la concorrenza per i saggi politici, diventando la saggistica più venduta del periodo in Italia.
In cima alle intenzioni di voto
Dalla sua infanzia difficile, segnata dall’assenza del padre e da uno stretto legame con la madre, all’apprendistato militante – a 15 anni entra a far parte del Fronte Giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI, erede del Partito Nazionale Fascista di Benito Mussolini) -, Giorgia Meloni descrive una serie di lotte contro le avversità, senza nascondere le sue cicatrici. Arrivata all’età di 3 anni nel quartiere romano della Garbatella, uno dei baluardi culturali della sinistra romana, ha costruito la sua coscienza politica in opposizione a questo ambiente, ed è così che costituirà una base di convinzioni ultraconservatrici, fondate sulla religione e la promozione di un modello, quello della famiglia tradizionale, che tanto gli è mancato nella sua infanzia.
Paziente, con regolarità, Giorgia Meloni percorre le tappe. A 21 anni entra nel consiglio della provincia di Roma. A 29 anni viene eletta deputata, e due anni dopo viene nominata ministro della Gioventù da un Silvio Berlusconi al quale resterà fedele a lungo.
Hai il 24,05% di questo articolo da leggere. Il resto è solo per gli abbonati.
“Nerd del web hardcore. Incluso agli attacchi di apatia. Tipico fan del caffè. Imprenditore. Fanatico della birra. Appassionato di musica. Ninja alcolico estremo.”