Sospettati di aver rubato e nascosto una porta Bataclan dipinta dall’artista Banksy, nel gennaio 2019 sette uomini della regione di Lione e un cittadino italiano, di età compresa tra 31 e 58 anni, vengono rinviati al tribunale penale di Parigi per “furto e occultamento in riunioni “. Il loro processo è previsto per l’8-10 giugno. Gli imputati sono sospettati di aver partecipato in varia misura a un furto “preparato con cura”, “con ruoli distribuiti a monte”, secondo l’ordinanza emessa il 2 marzo dal giudice Isabelle Durnerin.
Considerata in apertura dell’inchiesta giudiziaria, la qualifica di “banda organizzata” è stata abbandonata al termine delle indagini. Segno, secondo i difensori, che il dibattito sull’iniziativa di questo furto straordinario, oltre che sull’identità dello sponsor, resta aperto. “E’ una storia di piedi nichelati, che si ritrovano con un oggetto diventato troppo ingombrante sulle braccia, travolti dall’emozione provocata dal volo”, crede Yves Sauvayre, difensore dell’imputato che ha ricevuto la porta rubata, poi l’ha fatta trasferire in Italia.
I fatti si verificano il 26 gennaio 2019, intorno alle 4 del mattino. Tre persone rubano la porta di emergenza situata nel passaggio Saint-Pierre-Amelot, a Parigi, alle spalle del Bataclan, dove le vittime erano fuggite dall’attacco terroristico perpetrato nel teatro, il 13 novembre 2015. Su questa porta, un dipinto dell’artista Banksy ritrae una giovane donna devastata, in ricordo delle vittime del massacro. I ladri aprono la porta con un piede di porco e ne tagliano i cardini usando una smerigliatrice, collegata a un generatore. Poi lo portano via nel loro furgone bianco con la targa nascosta. Il tutto in meno di dieci minuti.
Profilo compromettente
Le indagini di polizia sul 2e Il distretto della polizia giudiziaria di Parigi procede poi rapidamente, aiutato dalle informazioni della gendarmeria di Heyrieux (Isère), non lontano dalla zona di Lione, sul furto con scasso di un negozio di bricolage. Dodici giorni prima del furto al Bataclan, il 14 gennaio, alcune persone hanno rubato una macina e un generatore, simili agli strumenti usati a Parigi.
Lo studio dei telefoni di tre sospettati del furto con scasso dell’Isère porta dritto al furto della porta di Banksy. La demarcazione dei dispositivi consente di seguire il percorso del furgone bianco dalla regione di Lione a Parigi, quindi il suo ritorno in direzione del Var. Infine, sta tagliando da un rivenditore di rottami. Le intercettazioni telefoniche aiutano a chiarire il trasferimento dell’oggetto rubato in Italia, da parte di altri due presunti complici. Ed è proprio in un piccolo podere a Sant’Omero, in provincia di Teramo, che il 10 giugno 2020 è stata ritrovata la porta del Bataclan.
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