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Le delusioni della destra spagnola sono una sconfitta anche per Giorgia Meloni

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Le delusioni della destra spagnola sono una sconfitta anche per Giorgia Meloni
Giorgia Meloni, a un convegno internazionale sulla migrazione a Roma il 23 luglio.

In Italia, le elezioni legislative spagnole del 23 luglio sono state seguite come un evento di politica interna e, per Giorgia Meloni, l’annuncio dei loro risultati è suonato come una pessima notizia. La presidente del Consiglio italiano, divenuta leader dei conservatori nazionali in Europa, ha visto i suoi strettissimi alleati spagnoli di Vox subire una delusione inaspettata, con un calo di tre punti (12% dei voti) e di diciannove seggi in Parlamento rispetto al 2019. Insieme ai risultati altrettanto deludenti del Partito popolare (Pp, destra), non lasciano intravedere la coalizione tra le destre sul modello italiano auspicata da Roma.

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MMe La Meloni, che è di lingua spagnola e legata da un’amicizia personale a Santiago Abascal, il capo di Vox, era diventata addirittura, anno dopo anno, una presenza fissa nelle riunioni della formazione spagnola di estrema destra. Nonostante la direttrice del partito Fratelli d’Italia abbia temperato le sue posizioni avvicinandosi al potere, conquistato a fine 2022, condivide da tempo le ossessioni di Vox, la difesa delle identità contro “islamizzazione” alla tutela di “famiglia e valori cristiani”.

Era intervenuta, come capo dell’esecutivo italiano, a un comizio di Vox a Valencia il 13 luglio. In un discorso in spagnolo, trasmesso su uno schermo gigante, aveva promesso ai suoi alleati che il “tempo dei patrioti” era arrivato in Europa. Evitando accuratamente di citare l’Ungheria del filo-russo Viktor Orban, ha espresso l’auspicio che la Spagna segua i Paesi dove i nazional-conservatori partecipano al potere, come Polonia e Repubblica Ceca e, più recentemente, Svezia e Finlandia.

Un notevole avvicinamento

Le elezioni comunali e regionali di maggio, in Spagna, che avevano portato ad alleanze tra Vox e il PP in diverse province e 140 comuni, erano state percepite come la manifestazione di un movimento fondamentale, facilitando, su scala dell’intero continente, il riavvicinamento tra diritti classici e radicali. Il campo Meloni contava su una riedizione di questo scenario nelle elezioni legislative di luglio, che avrebbe rafforzato la sua posizione, sia in Italia che in Europa. Ma, dopo i risultati deludenti di Vox e del PP, la tendenza alla normalizzazione delle alleanze tra conservatori e populisti appare improvvisamente meno evidente.

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I risultati della legislatura spagnola inondano anche le speranze di un asse sud Madrid-Roma mentre il rapporto con Parigi è avvelenato dal dossier migratorio. “Avevamo molto da sperare da un governo amico alla guida di un grande paese del sud Europa come la Spagna che ci aiutasse a difendere interessi comuni nel Consiglio europeo e nel Mediterraneo”, indica Francesco Giubilei, presidente del centro di ricerca Nazione Futura, molto attivo nell’ecosistema intellettuale internazionale dove la famiglia politica del sig.Me Meloni e di cui Vox è uno dei componenti importanti.

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