L’Italia sta cercando di superare questa fase difficile, senza precedenti negli ultimi decenni. A causa della crisi economica provocata dall’epidemia di Coronavirus, il debito pubblico del Paese è balzato, in un anno, dal 132% del PIL al 160%.
Il governo Conte ha, in misure successive, sostenuto liberi professionisti, operatori culturali e artigiani. Ma almeno 17.000 aziende non verranno più migrate e altre 55.000 aziende hanno interrotto tutte le operazioni a questo punto.
Con questi dati, la coalizione di governo a Roma ha fretta di utilizzare le risorse del Fondo europeo di ripresa. In totale saranno assegnati al Paese 209 miliardi di euro, ma Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli Affari economici e monetari, ha chiarito che i fondi non saranno erogati fino alla fine della prossima primavera.
Come verranno gestiti i fondi?
Il primo ministro italiano Giuseppe Conte
Inoltre, c’è un problema con come usarlo. Giuseppe Conte insiste che i ministri interessati dovrebbero lavorare con noti manager del settore privato.
Ma l’ex premier Matteo Renzi, che fa parte del governo, sostiene che la gestione del denaro dovrebbe essere di esclusiva responsabilità del governo. Altrimenti, minaccia di ritirarsi dalla coalizione di governo.
Intanto, da ieri sera, spinge per una nuova richiesta, condizione indissolubile per continuare a sostenere Conte: l’Italia utilizza 37 miliardi di euro dell’European Stability Mechanism, con l’obiettivo di rilanciare la salute pubblica. Tuttavia, molti dirigenti a cinque stelle stanno reagendo, temendo che in questo modo il paese possa eventualmente dover firmare un memorandum.
Questa nuova crisi economica, cioè, converge e si intreccia con gli eterni problemi italiani: l’enorme burocrazia, le dispute partigiane e l’assenza di una visione politica – spesso.
Theodorus Andridis Segilakis, Roma