No, non stai guardando il cielo stellato. Questi sono buchi neri super-massicci, catturati in una foto con l’assistenza svedese.
I buchi neri sono difficili da rilevare, ma possono essere trovati Lovard. Il progetto internazionale è il radiotelescopio più grande del mondo, che oggi è composto da circa 20.000 antenne coordinate. Sono affissi in 52 località in nove paesi europei, compreso lo svedese Osservatorio spaziale Onsala.
Il nome Lofar sta per Low Frequency Matrix, ed è l’unica rete in grado di produrre immagini ad alta risoluzione a frequenze inferiori a 100 MHz. L’ambizione è fotografare l’intero cielo stellato settentrionale utilizzando frequenze estremamente basse. Le foto che coprono il quattro percento del LOFAR LBA Sky Survey (LoLSS) sono ora pubblicate. Scrive Università di Leida.
Dopo diversi anni di lavoro, il progetto fornisce la mappa più dettagliata fino ad ora dei buchi neri supermassicci, che sono milioni o miliardi di volte più grandi del nostro sole.
Gli algoritmi compensano la turbolenza ogni quattro secondi
In totale, ci sono 25.000 buchi neri attivi, ciascuno situato nella propria galassia. Le onde radio che le rendono visibili non provengono dai buchi neri ma dalla materia che interagisce con loro.
Il lavoro ha richiesto, tra le altre cose, lo sviluppo di una nuova tecnologia per convertire i segnali radio in immagini. La ionosfera interferisce con i telescopi sulla Terra e il problema è particolarmente grande alle frequenze ultra basse. Lo strato di elettroni liberi distorce i segnali, ma il team ha risolto il problema consentendo ai supercomputer di eseguire algoritmi che compensano i disturbi atmosferici – ogni quattro secondi.
Nelle 256 ore in cui il Louvre fece le sue osservazioni, furono apportate molte correzioni. Un effetto collaterale positivo è che gli astronomi sono stati anche in grado di utilizzare i dati di LoLSS per studiare la ionosfera stessa. Si prevede inoltre che le onde radio inferiori a 50 MHz rivelino segreti su altri oggetti astronomici.