Grazie a quest’ultima legge, le società calcistiche italiane possono ingaggiare i migliori giocatori del mondo e pagare loro salari più bassi, saccheggiando al contempo gli altri club europei. Il vero furto italiano.
Nell’aprile 2019, il Parlamento italiano ha votato a favore del “Decreto Crescita”, entrato in vigore all’inizio del 2020. Questo decreto, sebbene a prima vista non legato al calcio, è forse l’origine del il ritorno alla ribalta dei club italiani, come i due club milanesi (Milan e Inter), che la scorsa stagione erano in semifinale di Champions League.
In origine, questa legge aveva lo scopo di rimpatriare i “cervelli” italiani andati all’estero, ma anche di attrarre talenti stranieri nel campo della ricerca scientifica, accademica o ingegneristica. Ma l’articolo cinque prevede una clausola relativa allo sport che favorisce i club italiani rispetto a quelli europei.
Il famoso articolo 5 del Decreto Crescita prevede che i giocatori reclutati dall’estero paghino le tasse solo sulla metà dei loro stipendi, dimezzando l’aliquota fiscale, dal 43% a poco più del 20%. Ciò significa soprattutto che i club italiani possono offrire ai giocatori stipendi netti più alti rispetto ad altri campionati, pagando meno in termini di stipendio lordo. Unica condizione: che il reclutato abbia trascorso gli ultimi due anni all’estero, indipendentemente dal fatto che abbia o meno la cittadinanza italiana.
Pepita francese coinvolta?
Per illustrare meglio il vantaggio che questa misura comporta, possiamo confrontare gli stipendi dei futuri giocatori prima e dopo la sua attuazione. Al Napoli, Hirving Lozano e Victor Osimhen guadagnano ciascuno circa 4,5 milioni netti all’anno. Entrambi i giocatori hanno giocato all’estero prima di essere arruolati. Ma Lozano è stato arruolato qualche mese prima del decreto crescita a differenza del compagno di squadra.
Risultato: il suo ingaggio complessivo (quello che dovrebbe pagare il Napoli) è di circa 8 milioni di euro, contro i meno di 6 milioni di Osimhen, arrivato nell’estate del 2020. Con questo ingaggio il Napoli guadagna più di 2 milioni di euro all’anno grazie a questa misura; Anche su ingaggi più alti, come quelli di alcuni giocatori della Juventus, il risparmio è maggiore.
Il Milan sembra sfruttare al massimo questo decreto di crescita, con innesti massicci nei campionati esteri: 7 giocatori su 10 inseriti quest’estate non hanno giocato nel campionato italiano. Non c’è dubbio che Christian Pulisic e Ruben Loftus-Cheek, che guadagnavano molto al Chelsea, sono riusciti ad attrarre giocatori anche grazie a questo vantaggio fiscale. Allo stesso modo, da parte dell’Inter, l’acquisto di Marcus Thuram quest’estate potrebbe essere stato consentito ai sensi di questa legge. Il suo ingaggio netto ammonta a 6 milioni di euro, che prima del provvedimento sarebbero costati all’Inter oltre 10,5 milioni, contro i circa 7,5 milioni attuali.
Per i club in difficoltà finanziarie, come l’Inter o la Juventus, questi pochi milioni risparmiati ogni anno per molti giocatori riducono significativamente le spese annuali. Ma il rischio c’è: se i grandi club italiani smettessero di ingaggiare i club più piccoli di Serie A, preferendo giocatori provenienti dall’estero, i giovani talenti d’Oltralpe rischiano rapidamente di partire all’estero e il campionato potrebbe risultare indebolito nel lungo periodo, sia sul piano sportivo che economico. livello.
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