Il Ministero italiano per la Transizione Ambientale (MITE) ha presentato martedì (6 settembre) il suo piano di risparmio energetico, in linea con le proposte di Bruxelles, inclusa la riduzione del riscaldamento quest'inverno.
Questo piano mira a ridurre i consumi energetici del 15% nel periodo compreso tra il 1 agosto 2022 e il 31 marzo 2023, ed è composto da diverse componenti, la più importante delle quali riguarda il riscaldamento per superare il calo delle forniture di gas russo.
Così la temperatura negli edifici industriali dovrà scendere di un grado, fino a 17 gradi, mentre negli altri edifici a 19 gradi, comunque ancora di un grado in meno rispetto alle norme finora in vigore.
Inoltre, il periodo di riscaldamento viene ridotto di 15 giorni durante tutto l'anno e la durata del riscaldamento viene ridotta di 1 ora al giorno.
Queste restrizioni non si applicano agli ospedali, alle case di cura, agli asili nido e alle scuole primarie.
A causa della sua diversità climatica, l’Italia è divisa in sei regioni, la più fredda delle quali non ha interruzioni, e la più calda ha diritto solo a cinque ore di riscaldamento al giorno dall’8 dicembre al 7 marzo.
Il Ministero invita inoltre le famiglie a” Comportamento responsabile e intelligente » “Al fine di” Ridurre la domanda di gas ».
La campagna di sensibilizzazione inviterà quindi a ridurre la durata e la temperatura delle docce, a utilizzare i condizionatori per riscaldarsi al posto dei termosifoni, a staccare la spina degli elettrodomestici quando non sono in uso e a utilizzare solo lavatrici o lavastoviglie a pieno carico.
Il Ministero invita inoltre le famiglie, quando possibile, a sostituire i vecchi elettrodomestici con nuovi che consumano meno, a installare pannelli solari per produrre acqua calda, oppure a sostituire le vecchie lampade con nuove lampade a led.
Per contrastare l'aumento dei prezzi dell'energia dovuto alla riduzione delle forniture di gas russo, il governo italiano ha già speso circa 52 miliardi di euro e questa settimana potrebbe stanziare altri 10-15 miliardi, secondo la stampa.
Per ridurre la dipendenza dal gas russo, il governo ha lanciato diverse iniziative, tra cui l’acquisto di gas naturale liquefatto (GNL) o di gas di altri paesi e l’aumento della produzione nazionale di gas, che nel 2025 consentirebbe di sostituire 25 miliardi su 30 miliardi. Un miliardo di metri cubi di gas russo.
Il resto dovrebbe essere compensato dalle energie rinnovabili e da politiche energetiche più efficienti, precisa il MITE.