Arlette è, in Cierac, una signora che ispira rispetto. La sua vita e i suoi dolori ne hanno fatto un modello di forza e coraggio. A 87 anni parteciperà al concorso canoro MarpaVision 2023. La chiave della sua forza: l’amore.
Gli spaghetti sembrano ancora tiepidi nella cucina di Arlette Faucheux che mercoledì sera ha apparecchiato una tavola regale nel salotto della sua bella casa a Cieurac. Una casa dove le pietre e quasi ogni oggetto, compresa la bottiglia con il nastro e il brandy, poi mille altri ricordi, hanno il potere di riportare in vita l’anima del suo caro Bernard e della sua defunta figlia Sandrine. Sono lì, presenti, in bilico sui ricordi ben più a lungo della pasta che attorciglia tra le forchette dei figli Joël e Alain.
Tra i bei momenti di cui ama parlare, il canto è una delle passioni di Arlette. Una passione sempre più presente nella sua vita. Infatti, è stata integrata nel grande coro delle stelle di Montdoulenque che riunisce coristi di Marpa de Montdoumerc e Lalbenque che gareggiano in un concorso nazionale di canto: MarpaVision 2023.
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Il tutto sotto la direzione dell’associazione segui i tuoi passi con la partecipazione molto attiva della troupe Martounes. La votazione per questa competizione alla quale partecipano 205 Marpa si svolgerà nel mese di novembre. Informazioni tramite la pagina Facebook di segui i tuoi passi.
Una voce che sale alle Stelle di Montdoulenque
Modesta, Arlette vi dirà di essere una “semplice spettatrice” di questa iniziativa, aggiungendo però: “Quando sono con gli altri, riesco, ma da sola ho difficoltà. Prima cantavo da solo però. Le canzoni italiane piacciono particolarmente a Paloma, perché sono di origine italiana. Sono riuscito anche a salire in alto! » esclama. Molto in alto fino alle Etoiles de Montdoulenque, un mondo piuttosto incantato dove Arlette, la bellissima stella italiana, riconosce che “anche lei tiene in mano la foglia. » Vale a dire che ha tra le mani, come tutte le altre, la canzone “A nos vies” scritta e composta da Linda Bonnel che ha preso sotto la sua ala protettrice e il suo affetto questi gioiosi anziani tra cui la sua carissima Arlette.
La condivisione tra questi due vicini e amici va oltre il canto. Tra le due donne c’è molto di più di questo. Una forza, un legame indistruttibile come un bisogno vitale di donare all’altro ciò che ciascuno di loro si aspetta e merita: rispetto, gratitudine e amore.
“Non parlavo italiano, ma sapevo cantarlo”
Arlette è felice. Mercoledì, mentre gli spaghetti e il suo ragù alla bolognese deliziavano i palati, lei si immergeva con gusto nei “pasti di famiglia di una volta dove tutti cantavamo in italiano. Non parlavo italiano, ma sapevo cantarlo. Lo amavo. Partecipai anche ad una trasmissione radiofonica al festival del quartiere Barre a Cahors nel 1954. Cantavo Pampero» ricorda Arlette canticchiando questa melodia spagnola.
La carriola di Bernard, un bicchiere di Chianti e una canzone protettiva
La serata volge al termine. Arlette ha toccato le stelle e i ricordi si sono riaccesi. Il caffè si sta scaldando nella caffettiera italiana, la bottiglia con il nastro è stata riaperta come si riapre la porta al dolce passato. Arlette è pensierosa.
In lontananza risuona il rumore di una carriola. È il vecchio che torna per Arlette con la sua Sandrine seduta nella carriola, un bicchiere di Chianti in mano per brindare al ricongiungimento? Devi crederci. Il vecchio è il suo Bernard. Vive sempre attraverso una canzone. Una melodia struggente e un testo di Linda, brava ala protettiva di Arlette.
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