Eletti e residenti della Valle della Roya (Alpi Marittime) hanno manifestato sabato contro i ritardi subiti dal cantiere del tunnel di Tenda, collegamento vitale tra Francia e Italia, danneggiato dal maltempo del 2020.
Questo tunnel stradale costituisce, oltre alla linea ferroviaria su cui sono previsti lavori l’anno prossimo e un tracciato che può essere utilizzato solo dai locali in estate, l’unico accesso per gli abitanti della Roya alla valle di Vermenagna, in Italia, e alla grande città di Cuneese.
Circa 150 residenti, secondo la gendarmeria, si sono riuniti sabato davanti al municipio di Tenda su chiamata degli eletti dei comuni vicini alla frontiera italiana – Tende, La Brigue, Fontan, Saorge e Breil-sur-Roya – accompagnati dai parlamentari locali. .
Questi comuni sono stati tra i più colpiti dalla violenta tempesta dell’ottobre 2020 che ha provocato 10 morti e otto dispersi.
“Vogliamo esprimere la nostra indignazione per lo scandalo che è diventato il tunnel di Tenda. Non accettiamo più questo cantiere prolungato e queste promesse non mantenute, vogliamo che il tunnel venga aperto il più rapidamente possibile”
Sébastien Olharan, sindaco di Breil-sur-Roya e consigliere dipartimentale.
Nel mirino degli eletti della valle, l’azienda pubblica italiana Anas, esercente i lavori, accusata dal sindaco di Tenda, Jean-Pierre Vassallo, di essere “uno stato nello stato“.
Il sindaco ha parlato nel rapporto di France 3 Côte d’Azur:
Avviato circa dieci anni fa, il progetto di raddoppio del tunnel stradale di Tenda avrebbe dovuto essere completato inizialmente nel 2017, mentre la riparazione del vecchio tunnel, costruito nel XIX secolo, sarebbe dovuta essere consegnata nel 2020.
Ma il progetto ha subito ritardi per la prima volta nel 2017, quando la società italiana Fincosit, responsabile dei lavori, ha visto rescindere il contratto dopo la scoperta del furto di 200 tonnellate di materiali e l’incriminazione da parte dei tribunali italiani di sedici persone.
Poi il temporale Alex, nell’ottobre 2020, ha interrotto l’accesso alla struttura sul versante francese, impedendo l’accesso al vecchio tunnel, che fino ad allora funzionava in modo alternato.
Anas ha indicato il 31 luglio che sta valutando l’apertura del nuovo tunnel per giugno 2024, citando “un progetto particolarmente complesso, gravato dagli ingenti danni causati dalla tempesta Alex nell’ottobre 2020, dalle difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19. 19 e , infine, il forte aumento del costo dei materiali”.
Il costo complessivo dell’opera, inizialmente stimato in 176 milioni di euro, ammonta ora a 265 milioni di euro. È sostenuto al 58% dall’Italia e al 42% dalla Francia.
Gli eletti della valle temono inoltre che la ditta incaricata dei lavori, la Edilmaco, si rifiuti di farsi carico, come previsto, della riqualificazione del vecchio tunnel. Ciò condannerebbe i residenti su entrambi i lati del confine a utilizzare solo il nuovo tunnel e, poiché è unidirezionale, a sopportare una lunga alternanza di 25 minuti.
“Abbiamo bisogno di questa strada, siamo stufi, siamo bloccati perché come frontalieri siamo sempre tra i due paesi, per lavorare, fare la spesa, vedere le nostre famiglie“, ha detto all’AFP Chantal Béranger, 69 anni, segretaria di direzione in pensione il cui marito, guida d’alta montagna, deve fare una lunga deviazione via Savona, sulla costa italiana, per portare i clienti in Italia.
“La connessione è importante dal punto di vista economico ma anche psicologico, per combattere questa sensazione di reclusione che stiamo vivendo dopo la tempesta Alex.”sostiene Christian Martin, 62 anni, un badante in pensione che vive anche lui a Tende.
Gli eletti della Roya si recheranno a Roma il 6 ottobre per la riunione della Commissione intergovernativa franco-italiana (CIG) che dovrà fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori.
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