Nonostante questa dimostrazione di forza, il dialogo non si è interrotto. La giunta proseguirà il dialogo con le istituzioni subregionali ei paesi della subregione per il ritorno all’ordine costituzionale in Mali.
Durante la manifestazione a Bamako, il colonnello Abdoulaye Maiga, ministro dell’amministrazione del territorio e portavoce del governo del Mali, ha confermato che il suo governo resta aperto al dialogo con l’ECOWAS. Una delegazione ministeriale maliana dovrebbe arrivare a Nouakchott e poi in Algeria. Consigliamo agli inviati del colonnello Assimi Goïta di elaborare un calendario delle azioni da intraprendere durante il resto del periodo transitorio, al fine di organizzare le elezioni generali di quest’anno e non dopo. Questa idea sarà condivisa dalle due istituzioni subregionali responsabili delle sanzioni imposte al Mali.
La crisi finanziaria ha colpito anche la riunione dei ministri degli Esteri dell’UE che si terrà giovedì 13 e venerdì 14 gennaio a Brest. Così, i 27 Paesi condividono la stessa osservazione, secondo il capo della diplomazia europea Josep Borrell: “La situazione non va nella giusta direzione e il Consiglio militare non dà alcun segnale positivo, anzi”.
I Ministri hanno convenuto sui seguenti punti: “Pieno appoggio e fronte unito con la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale” il cui lavoro rendiamo ancora una volta onore. Stiamo preparando sanzioni contro chi ostacola la transizione. Manteniamo le nostre attività e funzioni di addestramento e consulenza per le forze armate maliane e le forze di sicurezza interna. Manteniamo sospeso il sostegno al bilancio”.
Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, che si è concesso un pizzico di ironia sulle manifestazioni di venerdì, ha affermato che il prossimo vertice del G5 seguirà rapidamente un incontro della coalizione internazionale: per prolungare la transizione, per motivi di sicurezza, penso che se riusciamo a dimostrare in sicurezza, dobbiamo essere sicuri per votare”.
E se gli europei confermano la loro volontà di mantenere la loro presenza in Mali, è nell’ambito della lotta al terrorismo “e non per altro”, come ha insistito JY le Drian. Per discutere della situazione in Mali, Josep Borrell organizzerà presto un incontro con i ministri dei cinque Paesi del Sahel.
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