Il direttore Gianluigi Gelmetti, di origine italiana, è morto mercoledì 11 agosto a Monaco, principato di cui aveva acquisito la nazionalità nel 2016. Aveva 75 anni. Stimato principalmente per il suo approfondito lavoro nell’opera, Gianluigi Gelmetti ha contribuito dal 1982 al 1999 all’influenza del Festival Rossini di Pesaro (Italia), in particolare per avervi condotto, nel 1995, in prima mondiale, la versione originale completa del famoso Guillaume Tell.
Nato l’11 settembre 1945 a Roma, Gianluigi Gelmetti vi intraprende gli studi musicali presso l’Accademia Nazionale Sainte-Cécile dove, all’età di 16 anni, viene notato dal grande Sergiu Celibidache (1912-1996). Il direttore rumeno lo invita quindi a dirigere la sua orchestra durante una prova, poi lo prende sotto la sua ala protettrice. Gianluigi Gelmetti ha proseguito la sua formazione con altri due importanti maestri: Franco Ferrara (1911-1985), all’Accademia Chigiana di Siena (Italia), e Hans Swarowsky (1899-1975), a Vienna (Austria).
Vincitore del Premio Firenze nel 1967, è stato subito invitato da prestigiosi gruppi sinfonici (Berlino e Filarmonica di Vienna) e dai principali teatri lirici (Opéra national de Paris, Scala di Milano, Royal Opera House di Londra). Direttore principale della Stuttgart Radio Orchestra (Germania), dal 1989 al 1998, ha poi ricoperto l’incarico di direttore musicale, sia in ambito lirico (Rome Opera dal 2000 al 2009) che in ambito sinfonico (Orchestra Sydney Symphony dal 2004 al 2008, Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo dal 2012 al 2016).
Nella fossa come sull’altopiano
Se, durante il suo mandato romano, Gianluigi Gelmetti si è divertito a promuovere la riscoperta di opere cadute nel dimenticatoio – programmando, ad esempio, nel 2006, La leggenda Sakuntala, di Franco Alfano, la cui partitura era scomparsa – o mai rappresentata in prima assoluta, come il Maria Vittoria di Ottorino Respighi, eseguito per la prima volta nel 2004, questo direttore lirico per eccellenza ama anche presentare le opere del repertorio in una luce insolita. Così, nel 2018, al Teatro Massimo Bellini di Catania (Italia), con la rondine, che considera come “L’opera più attuale di Giacomo Puccini” e che dirige se stesso, “Come un anti-Traviata “, suscettibile di trattare “Problemi incontrati dalle donne oggi”.
A coloro che lo hanno designato come “Un direttore d’orchestra”, Gianluigi Gelmetti ribatté che era semplicemente un direttore d’opera nel senso italiano del termine, a “Maestro di concerto e direttore d’orchestra”, che si assumeva la responsabilità del lavoro collettivo, in platea come sul set. Per questo ha richiesto – estremamente raro – la presenza di cantanti durante tutte le prove, comprese quelle che non li riguardavano direttamente. “Formiamo una squadra, ha spiegato, nel 2018, durante la sua visita alla Royal Opera of Wallonia-Liège (Belgio). Puoi avere un Maradona che viene a segnare, una grande star, ma non è il mio modo di fare opera. “