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Nelle professioni di servizio e di cura, il dolore invisibile dei giovani lavoratori

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Anni “Ci prova troppo.” Queste parole sono venute subito in mente ad Amal Mujahid, 22 anni, quando le è stato chiesto di descrivere il suo viaggio nelle vendite di prêt-à-porter. “Non lo immaginiamo subitoLa parigina, che ha iniziato come commessa all'età di 15 anni conseguendo una maturità professionale in commercio, cresce Ma la venditrice vuol dire spacciare tutto il giorno. » Trasporta pacchi di vestiti del peso di diversi chilogrammi, disimballali, posizionali su scaffali – a volte alti diversi metri -, raccoglili, piegali, imballali… il tutto rimanendo costantemente in piedi.

Dopo aver visitato molti marchi, dalla lingerie ai negozi di fascia alta, Amil torna a casa la sera con un forte dolore alla gamba, causato dai frequenti colpi. Prima dei 20 anni, sviluppò dolori alle braccia, alle spalle e alle costole che durarono a lungo. Nei centri commerciali in cui lavorava, l’assenza di finestre e quindi di luce naturale interrompeva il suo ritmo circadiano e le faceva diminuire gradualmente la vista.

Ma alcuni nel suo entourage tendevano a farlo “minimizzare” L'esaurimento derivante da questa professione così femminile (l'88% delle donne rappresentate di prêt-à-porter sono commesse), denuncia Amal. “La gente dirà che è un lavoro facile, anche se un po' stupido, ma dovresti vedere cosa vuol dire trasportare pacchi quattro volte il tuo peso per ore!”esclama la giovane donna che ha recentemente lasciato il settore del prêt-à-porter per l'ottica.

Leggi anche | Il materiale è riservato ai nostri abbonati Il carico mentale di una donna d'affari: “Organizzare una festa d'addio per Filippo, svuotare la spazzatura, portare la torta per compiacere…”

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Come il commercio, anche quello dell'acconciatura, dell'estetica e dell'ospitalità sono tutti settori molto femminili dove le lavoratrici, spesso giovani, sono esposte a molti rischi fisici. Questo è completamente segreto. Quando ho co-diretto Uno studio sugli apprendisti nel commercio automobilistico e nel parrucchiereTuttavia, la sociologa Fanny Reynard ha osservato che nel campo dell’acconciatura, “Il disagio è intenso come in un parcheggio: numerosi disturbi muscolo-scheletrici, dovuti a posizioni e gesti ripetitivi delle braccia, o anche all’incontro quotidiano con prodotti tossici”..

Condizioni instabili

Fin dai suoi inizi come parrucchiera, Tiffany (che non dice il suo cognome), ora 31enne, soffre di tendiniti ricorrenti. Nel salone low cost al nord dove ho iniziato al CAP e poi al BTS, si fanno shampoo, tagli e asciugatura. “Serie”, costantemente gomiti in aria con in mano asciugacapelli e forbici. Senza avere sempre abbastanza tempo per posizionarsi bene o recuperare “Molto lavoro extra”.

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