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Nico Morelli e i fratelli Semeraro

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Di Karima Romdane

Les 2 pianos vi invita giovedì 20 aprile ad un incredibile incontro tra musica tradizionale e trance del sud Italia e Jazz, al suono di tritoni e terzine, quarte aumentate e le vibrazioni che questi due generi di musica “popolare”, che sembrano così diversi, hanno in comune.

Télamuré, trio emblematico della “tarantella” in Francia e Nico Morelli, uno dei pianisti più virtuosi ed espressivi della scena jazzistica parigina e internazionale, si incontrano sotto il sole delle loro comuni origini, la Puglia, e insieme suonano e sperimentano sul patrimonio musicale popolare del sud Italia, che conoscono e amano.

Nico Morelli è nato a Taranto, Italia, nel 1965. Dopo il diploma al Conservatorio Nazionale di Taranto, si è trasferito a Roma dove ha preso lezioni avanzate di pianoforte classico con Aldo Ciccolini. Si distingue oggi come uno dei migliori jazzisti della sua generazione. Pianista molto ricercato dai più rinomati musicisti della scena internazionale per il virtuosismo e la sensibilità del suo modo di suonare, è sempre più richiesto anche per concerti con le proprie formazioni. Nel 2000 ha vinto il secondo premio per la composizione al concorso La Défense 2000 di Parigi. Nel 2002, Aldo Romano lo invita a partecipare al suo ultimo album Because of Bechet (Universal Music)…

Telamure Nato nel 2008 dall’incontro a Parigi di tre musicisti del sud Italia, Télamuré Tarantella-Roots è una vera e propria esplosione di voce, ritmo ed energia. Immersi fin dalla loro nascita nella cultura, nelle tradizioni, nei colori della loro terra d’origine Francesco Rosa, Giovanni Semeraro e Francesco Semeraro ci proiettano, fin dalle prime note, in un universo musicale potente e accattivante, arcaico e attuale. Télamuré tarantella-roots sviluppa fin dall’inizio uno stile originale che, pur rispettando le sue radici tradizionali, esalta il lato “vivo” di questa musica per mantenerne intatta la spontaneità e la freschezza. La tarantella, la pizzica pizzica, la tammurriata esprimono, nell’interpretazione del gruppo, tutta la loro vitalità e il loro carattere ancestrale. I loro ritmi ossessivi, che in passato furono all’origine di veri e propri rituali di trance e liberazione, riappaiono con una nuova e incredibile potenza dagli strumenti e dalle voci dei musicisti, e si trasmettono nei piedi e nei corpi degli spettatori sotto la forma di danze istintive e inarrestabili.

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