Taglia il cuneo fiscale strutturale fino ad un reddito di almeno 40mila euro, controllo unico per me figlio e passaggio a Tassazione soldi per me lavoratore autonomo, come proposto dal direttore diAgenzia delle Entrate Ruffini. Ci sono tre pratiche fiscali aperte in considerazione della legge finanziaria che il governo dovrà essere finalizzato entro metà ottobre, e che quest’anno sarà particolarmente rilevante perché dovrà sostenere e attuare – come richiesto anche dalla Commissione Europea – il Piano di recupero del nostro paese. Come ha ricordato lo stesso ministro dell’Economia Gualtieri, la riduzione del prelievo non può essere finanziata direttamente dai fondi europei, che essendo per definizione temporanei, se così utilizzati, creerebbero le condizioni per un successivo aumento delle aliquote. Le risorse di Bruxelles possono invece essere utilizzate per aiutare a modernizzare la macchina fiscale (ad esempio con incentivi per la transizione ai pagamenti digitali) aprendo così spazi per la ripresa dell’evasione.
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Fresco
Pertanto, le risorse aggiuntive dovranno essere trovate nel bilancio stesso e il governo punta a tagliarle almeno in parte dalle altre voci di entrata: riorganizzando detrazioni e detrazioni (sempre promesse e mai attuate) e anche la revisione delle attuali sovvenzioni ambientali. . Quest’ultimo, però, è un capitolo molto delicato che viene studiato con molta cautela perché se da un lato ha risposto alle raccomandazioni europee – che suggeriscono di spostare il prelievo dalle persone alle cose e quindi di aumentare la tassazione indiretta – potrebbe infatti portare a misure molto impopolari, come l’aumento del prezzo del gasolio (il diesel ha un’accisa inferiore a quella della benzina).
Per quanto riguarda la riduzione delle tasse in senso stretto, le scelte del governo sono piuttosto limitate. La riduzione del cuneo fiscale per i dipendenti, entrata in vigore a luglio, lascia un reddito compreso tra 28.000 e 40.000 euro annui, valido solo sei mesi. Eliminarlo avrebbe effetti paradossali per questi contribuenti e va quindi strutturato: o confermandolo almeno temporaneamente nella sua versione già approvata, oppure assorbendolo in una più generale revisione della curva dei redditi. Ma potrebbe volerci più tempo. Guardiamo il modello tedesco con una tariffa “continua” ma non è esclusa una riduzione del numero di scaglioni.
L’introduzione dell’assegno unico per le famiglie, che sarebbe finanziato (in parte) dall’annullamento delle attuali detrazioni per le spese familiari, è strettamente legata alla revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Stiamo lavorando su un importo base di 200 euro mensili per bambino, graduabile secondo il parametro Isee (che misura la ricchezza familiare oltre al reddito). Un punto fermo è garantire a tutte le famiglie la possibilità di mantenere gli attuali benefici, se sono più consistenti: insomma, per evitare che qualcuno ci perda. È anche per questo motivo che l’applicazione della riforma (già delineata nella legge delega approvata alla Camera) richiede diversi miliardi aggiuntivi, che dovranno essere identificati con la manovra: l’ipotesi di attingere indirettamente e temporaneamente Le risorse europee non sono escluse.
Passi
E sorge anche un problema di costi per il terzo caso, quello che nasce dalla proposta di Ernesto Maria Ruffini: le Partite Iva dovrebbero passare dall’attuale sistema basato su anticipi e saldi ai pagamenti mensili (o trimestrali) legati a un criterio di flusso di cassa. Sulla carta, un meccanismo più semplice e ancor più realistico di quello attuale, che deve però essere attentamente considerato per far sì che si traduca anche in una riduzione del prelievo. Pertanto, questo passaggio potrebbe richiedere ulteriori approfondimenti, anche per consentire il necessario confronto con le categorie interessate.
Infine, accanto a questi interventi, il governo punta anche a semplificare le regole fiscali che si sono stratificate nel corso dei decenni e si concentrerebbero su un numero limitato di “testi unici”.
Ultimo aggiornamento: 00:51
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