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Per combattere le locuste, sfida il cannibalismo

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Per combattere le locuste, sfida il cannibalismo
Locuste migratrici in Spagna nell'ottobre 2008.

DottSono le dieci piaghe d’Egitto, l’ottava, ed essa “cavallette”Come l’hanno chiamata in modo un po’ errato i traduttori della Bibbia in francese, è senza dubbio la migliore traduzione della realtà. Regolarmente, intere parti del continente africano vengono private dei raccolti a causa di sciami di locuste del deserto o locuste migratorie, le due specie più massicce di locuste.

Ricordiamo il principio: questo insetto, solitario e placido in tempi normali, si trasforma, in determinate condizioni ambientali, in una bestia immancabilmente affamata. Gli sciami che poi forma possono avere un diametro di diverse centinaia di chilometri quadrati e diversi miliardi di individui – sì, miliardi. Attraversarli lascia devastate intere regioni.

Per quindici anni il ricercatore britannico Ian Cosin, del Max Planck Institute di Costanza (Germania), ha pensato di conoscerne il motivo: il cannibalismo. Durante la muta, il dottor Jekyll diventerà il grillo, il signor Hyde e Hannibal Lecter. Nelle enormi gabbie del suo laboratorio, il ricercatore ha descritto una continua corsa di insetti, mentre correva per catturare l’insetto davanti a sé ed evitare il successivo.

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Ma come funziona questa strana dinamica? Un altro team tedesco, al Max Planck Institute di Jena, questa volta ha deciso di seguire questa strada. in un articolo pubblicato in revisione scienzaIl 5 maggio lo ha dimostrato deponendo cinque locuste migratrici (Locusta migratrice), o anche venticinque, in una gabbia da 9,5 litri, sono rimasti sereni. Ma all’età di cinquant’anni, le ninfe del quarto e del quinto stadio cominciarono a mordersi a vicenda, tanto che questo fenomeno aumentò in media di 250 per gabbia. Va notato qui che le locuste attraversano cinque stadi giovanili – attraversandoli a piedi, a volte saltellando, ma non volando – intervallati da precipitazioni, prima di raggiungere l’età adulta.

Sulle tracce dei feromoni

Ma soprattutto, i composti volatili emessi dall’animale erano ciò che avevano in mente questi ricercatori olfattivi degli insetti. Così ne trovarono diciassette, prodotte dalle ninfe durante la sola fase sociale. Tre di questi feromoni erano già noti per attirare le locuste. Altri 13 sono apparsi neutrali. Anche l’ultimo, il fenil acetonitrile (PAN), era una vecchia conoscenza, poiché le cavallette maschi lo emettono per respingere i rivali durante le loro buffonate.

Quindi i ricercatori lo hanno testato. Modificando geneticamente lo scarafaggio in modo che non produca questo feromone, hanno trasformato la povera bestia in una preda istantanea per i suoi amici animaletti. Al contrario, sopprimendo i recettori olfattivi PAN-specifici negli individui, hanno iniziato ad attaccare i loro compagni indiscriminatamente, con o senza PAN.

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