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Petrel del deserto, un uccello marino che caccia gli uragani

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Petrel del deserto, un uccello marino che caccia gli uragani

procellarie del deserto (Pterodattilo del deserto) Amore per gli uragani, che è un comportamento senza precedenti tra gli uccelli. Ma perché questi uccelli marini, non più grandi dei piccioni, vanno alla ricerca degli uragani che inseguono per giorni su distanze che possono arrivare a diverse migliaia di chilometri? Per nutrirci, rispondono i ricercatori Istituzione oceanografica di Woods Hole (WHOI), che ha riportato questa osservazione in un articolo Pubblicato sul giornale Biologia attuale.

Questa specie, nota per percorrere migliaia di chilometri ogni anno in cerca di cibo, vive in colonie sulle pendici dell'isola disabitata di Burgio, nell'arcipelago delle Desertas, a sud-est di Madeira. Gli adulti viaggiano costantemente avanti e indietro tra i loro nidi e l'oceano.

La maggior parte degli uccelli “Sfuggire ai tornado girandosi o nascondendosi per proteggersi dai forti venti.” Lui spiega Washington Post. Alcuni si mettono addirittura nell'occhio del ciclone, perché è molto più tranquillo. Le procellarie del deserto non cercano di evitarli cambiando il loro percorso, perché… “Lo vedono come un’opportunità per ottenere un vantaggio sulla loro preda”.

Gli scienziati dell’OMS hanno monitorato 33 persone identificate dal GPS tra il 2015 e il 2019, gli anni in cui si sono susseguiti gli uragani Gaston, Ophelia, Lee, Gabrielle, Maria e Lorenzo. Così, hanno notato che il percorso degli uccelli corrispondeva al percorso delle tempeste con velocità del vento superiori a 100 chilometri all'ora e altezze delle onde di 8 metri. Nessun uccello è stato danneggiato e nessun nido è stato danneggiato da questo metodo di caccia pericoloso ed efficace.

“I venti degli uragani fanno sì che l’acqua dell’oceano si mescoli e l’acqua calda finisca in superficie”. Lo indica il quotidiano americano. Qui si trovano in maggiore quantità microalghe e plancton. “Ciò porta ad un aumento delle prede preferite delle procellarie: calamari, piccoli pesci e crostacei, che diventano più facili da catturare”.

È stato chiesto prima Washington PostLo specialista di uccelli Don Lyons, il quale afferma che un comportamento del genere non è mai stato osservato prima, scommette però che altre specie hanno sicuramente adottato la stessa strategia.

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