Ristoranti e lavoratori autonomi si sono radunati ieri fuori dal parlamento di Roma per protestare nella notte contro il divieto e le restrizioni prolungate dovute al Coronavirus. È la prima volta che scoppiano tensioni sociali da quando Mario Draghi è diventato Primo Ministro.
Episodi e scontri con le forze dell’ordine a Roma
Dopo l’intensificarsi del divieto di entrare nella Camera dei Rappresentanti: i manifestanti hanno lanciato bottiglie e fumogeni dopo scontri limitati, ferendo un commerciante e tre agenti di polizia. Intanto a Milano hanno protestato autisti di autobus turistici (inattivi da un anno) e venditori ambulanti. Nel sud, vicino a Napoli, i commercianti che non avevano più i soldi per pagare l’affitto dei loro negozi hanno chiuso l’autostrada centrale A1, che collega la Bassa Italia con le regioni settentrionali del Paese.
Secondo molti osservatori, estrema destra e neofascisti si sono infiltrati in questa mobilitazione nel tentativo di manipolare i partecipanti. Tuttavia, c’è un altro dato indiscutibile: troppi settori della società sono sovraccaricati e soprattutto quelli che non hanno salari sicuri e stabili.
I proprietari di ristoranti e caffè hanno annunciato attraverso i loro collegamenti di aver perso 350 milioni di euro con l’ultima chiusura obbligatoria durante i tre giorni della Pasqua cattolica.
Nuovi aiuti finanziari e programma aziendale
Gli osservatori indicano che membri di estrema destra e neofascisti si sono infiltrati nelle manifestazioni.
Il governo di Mario Draghi si prepara ad approvare nuovi aiuti finanziari, oltre ai 32 milioni di euro recentemente erogati. Tuttavia, allo stesso tempo, è previsto un calendario per la riapertura delle attività commerciali. Il 20 aprile verrà rivalutata l’intera situazione e, se le condizioni lo permetteranno, potrà iniziare un graduale ritorno alla consueta routine quotidiana.
In fondo, la Lega Matteo Salvini spinge costantemente in questa direzione. Altrimenti, non è improbabile che lascerà l’ampia coalizione di governo e riprenderà la ben nota strategia di opposizione.
Theodorus Andridis Sigilakis, Roma
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