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Provenienti dall’Italia, gli utenti si stanno mobilitando in Francia per la linea ferroviaria Nizza-Cuneo

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Un fine settimana, poi due. Cento cittadini si sono mobilitati, in quindici giorni, su ogni lato del confine, per sostenere il collegamento ferroviario Nizza-Cuneo.

Li avevamo quasi cento, questa domenica, 13 febbraio, davanti al Musée des Merveilles de Tende nelle Alpi Marittimeper ricordare l’importanza di questa “linea della vita”, come la chiamano molti nelle valli.

È questo collegamento tra le città di Nizza e Cuneo (Coni in italiano, in Piemonte) che è particolarmente al centro delle loro preoccupazioni.

Si sono riuniti dietro lo stendardo europeo per annunciare le loro richieste.

All’origine di questa mobilitazione, è l’associazione italiana Limodoro, che promuove lo sviluppo culturale, ambientale e sociale che ha realizzato questi due incontri.

Decine di persone provenivano da Vernante, Limone, Robilante, dai paesi della Val Vermenagna, e da Cuneo.

Mario Dalmasso, uno dei portavoce del gruppo, deplora il declino di questa linea ferroviariail cui traffico è prosciugato da decenni: “La ferrovia, è assurdo che lasciamo qualcosa di storico, ma soprattutto qualcosa che unisce l’Italia alla Francia, per noi è un treno per l’Europa. La lasciamo cadere dolcemente, ma la lasciamo cadere, per dire che è un “posta asciutta”che poi taglieremo”.

E per aggiungerlo “1979, quando la linea è stata riaperta, c’erano otto coppie di treni in transito tra Cuneo e Ventimiglia, ora ci sono due viaggi di andata e ritorno al giorno”.

Questa linea ferroviaria sembra vitale ma sembra insufficiente a lungo termine per i membri di questa manifestazione. “Se la valle Roya ha avuto grossi problemi con la tempesta Alex, questa linea ferroviaria non sarà sufficiente. Se dietro non c’è un progetto, un cambiamento nella vita della valle, sarà quasi inutile il treno. Non ci sono opportunità per turismo sostenibile qui”. continua Mario Dalmasso.

Siamo qui per dire che l’Italia è con l’alta valle Roya, è sostegno morale. In questo momento Tende sta morendo, dopo la tempesta Alex è andato tutto al fiume.

Mario Dalmasso

Il Parc du Mercantour è l’unica possibilità per rivitalizzare quest’area per questi cittadini italiani mobilitati: “Sulla costa italiana si trova il Parco Nazionale delle Alpi Marittime, gemellate dal 1987. È tempo di farne un parco europeo, che la gestione del parco sia affidata all’Europa e che ci metta dei soldi, su entrambi i lati, francese e italiano. Ciò consentirà turismo, agricoltura e commercio più sostenibili”.

Mario Dalmasso chiede quindi la fusione delle due entità naturali per creare un’area sostenibile meglio finanziata.

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Questa la linea ferroviaria è essenziale per molti abitanti. Lo è stato a maggior ragione dopo il passaggio della tempesta Alex, all’inizio di ottobre 2020, al trasporto di attrezzature e cibo.

C’era stato addirittura il restauro della linea Nizza-Cuneo qualificato per “priorità numero 1” dal Presidente della RepubblicaEmmanuel Macron, venuto sul posto, nelle valli disastrate, cinque giorni dopo il maltempo e poi lo scorso gennaio.

A quel tempo, il villaggio di Tende era in particolare rifornito esclusivamente esclusivamente da un importante ponte aereo.

Da parte italiana troviamo l’allegato per questa linea catturata dai team di France 3 Côte d’Azur nel 2019.

Questa rotta, che funge da collegamento tra Francia e Italia, è vissuta soprattutto come leva economica e sociale dalle popolazioni di queste valli.

Per Mario Dalmasso, questa mobilitazione non sorprende perché i problemi sono gli stessi per gli abitanti di entrambe le sponde del confine:

“Oggi sul treno eravamo in 70, tutti italiani. Per il momento non ci ascoltano, ma il problema per noi è non avere un confronto con gli eletti, gli eletti sanno benissimo qual è il problema , dobbiamo fare un movimento che i media possano trasmettere. Per il momento abbiamo due manifestazioni, la scorsa settimana a Limone, e questo fine settimana abbiamo fatto un flash mob davanti al museo di Tende. Per noi è il unico modo per sindaci o deputati di vedere o leggere quello che stiamo facendo. L’unica bandiera che abbiamo è quella europea”.

Uno stendardo stellato che fa fatica a fluttuare in queste valli.

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