Stabilire una nuova colonia umana su un altro pianeta è un’opportunità per applicare nuovi progetti. Ancora più importante, tuttavia, è anche un’opportunità per imparare dagli errori passati dell’umanità nella costruzione degli habitat.
Anche se dobbiamo ancora conquistare completamente la luna o anche i nostri oceani, alcune persone stanno già guardando Marte come la nostra Terra di riserva. Certo, il pianeta è completamente inabitabile nello stato attuale, ma non mancano le idee su come rendere possibile la vita umana sul pianeta rosso. Alcune idee implicano una terraformazione radicale, mentre altre cercano di limitare i cambiamenti all’interno di strutture chiuse. Un concetto, in particolare, cerca di non ripetere i peccati del passato e di sfruttare il paesaggio naturale di Marte piuttosto che andare contro di esso.
Designer: Burak Celik, Naz Kaplan e Zeynep Ege Odabasi.
Naturalmente, non possiamo incolpare i nostri antenati per non sapere meglio, ma questo è anche il motivo per cui dobbiamo assicurarci di non commettere gli stessi errori quando cerchiamo di estendere la portata della nostra civiltà ad altri pianeti. Questo concetto di progettazione architettonica non si concentra tanto sulle tecnologie che renderanno possibile la vita umana, animale e vegetale, ma sull’assicurarci di non cambiare il volto della nostra nuova casa come abbiamo fatto con quella vecchia. In particolare, la colonia a forma di ciambella è pensata per sfruttare il paesaggio marziano invece di cercare di modellarlo secondo le nostre esigenze.
Genesis v.2, come viene chiamato il prototipo, è progettato per sedersi sul bordo dei crateri piuttosto che su superfici più pianeggianti che potrebbero essere una rarità su Marte. Ciò ha due vantaggi, uno è che la colonia potrebbe effettivamente proteggersi dalle radiazioni senza dover scavare più buche sulla faccia già martoriata del pianeta. Offre l’opportunità di iniziare con il piede giusto con strutture sostenibili, assicurando che Marte sopravviva più a lungo della nostra terra.
Il design di Genesis v.2, tuttavia, è anche regolabile e riposizionabile in modo che l’espansione della popolazione non richieda la creazione di un’altra colonia. Il raggio dell’anello potrebbe essere ampliato per ospitare più unità, per una. Se necessario, però, la torre centrale di produzione e circolazione potrebbe anche essere ricollocata in un cratere diverso che possa sostenere un anello ancora più grande.
All’interno, il motivo prevalentemente bianco del prototipo abitativo emana sicuramente vibrazioni futuristiche, le pareti pulite e prive di imperfezioni contrastano nettamente con le lande desolate rosse e aride all’esterno. Dall’esterno, Genesis v.2 sembra ironicamente incompleto, ma questa è una scelta progettuale intenzionale per rappresentare e ricordarci la conoscenza sempre incompleta dell’umanità, specialmente quando stabilisce una colonia su un pianeta alieno.
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