Il presidente del parlamento libico Aguila Saleh visiterà Atene venerdì su invito di Konstantinos Tasoulas. (foto AR)
La strategia più ampia per rafforzare il punto d’appoggio della Grecia in Libia include sforzi di comunicazione in corso tra le due parti in varie occasioni. Il presidente del parlamento libico Akhil Saleh è arrivato venerdì ad Atene su invito del suo omologo greco Konstantinos Tasoulas, dove, oltre ai contatti in Parlamento, si svolgeranno i necessari colloqui diplomatici. Il ministro degli Esteri Nikos Dendias incontrerà anche Saleh, una delle figure politiche più importanti oggi in Libia, che ha comunque fatto delle relazioni con il vicino Paese nordafricano una priorità assoluta.
Dopo i contatti ad Atene, Saleh tornerà a Bengasi, dove riceverà una nutrita delegazione greca guidata dal viceministro degli Esteri per la diplomazia economica e l’estroversione, Costas Frangogiannis. Lo scopo principale della missione di Mr. Frangogiannis a Bengasi è l’apertura del nuovo consolato greco, tuttavia, da parte di Atene c’è la volontà di esplorare le opportunità economiche che possono esistere in Libia. Non ci si aspetta altro da questo viaggio, ma è chiaro che Frangogiannis e il suo team continueranno nel secondo anno a cercare di aiutare le aziende greche che desiderano operare in Libia.
Si dice che il primo ministro Kyriakos Mitsotakis avesse visitato la Libia, anzi la capitale Tripoli, lo scorso aprile, che ovviamente ha sollevato la questione principale relativa ai rapporti tra i due Paesi, il memorandum turco-libico. Tuttavia, i rappresentanti George Komotsakos e George Katrogalos, membri del Comitato parlamentare per l’amicizia greco-libica, si recheranno con il sig. Frangogiannis a Bengasi.
I contatti saranno intensificati in Libia, dove Atene vuole il maggior ruolo possibile, proprio nel tentativo di raggiungere una riconciliazione simultanea con paesi come gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia Mario Draghi. Al contrario, come evidenziato dalla recente conferenza di Berlino sulla Libia, dove la Grecia è stata ancora una volta esclusa, la Germania su questo tema sembra alquanto restia ad agevolare Atene. All’ultima conferenza, la parte turca ha votato nel dibattito sulla necessità di ritirare tutte le forze straniere dalla Libia, citando il relativo memorandum turco-libico sulla presenza di consiglieri militari turchi nel territorio del Paese nordafricano.
La perseveranza turca, investita, tra l’altro, nel ruolo di essere in Libia come presunto contrappeso all’influenza russa, turba altri potenti attori della regione, in particolare l’Egitto. Alla fine della settimana, il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi riceverà al Cairo il primo ministro ad interim libico Abdel Hamid Dabaiba, che dovrebbe guidare il Paese alle elezioni di fine dicembre, che teoricamente si basano su diverse stime che dovranno affrontare molte altre difficoltà.
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