Non è successo, ma potrebbe succedere. E ci saranno altre opportunità per Jannik e Martina. Sinner perde contro Rafael Nadal la prima di una lunga serie di sfide ai vertici del tennis mondiale che ci regalerà in un futuro molto prossimo. Lo fa nel modo più bello (7-6, 6-4, 6-1 il risultato), ricco di conferme, perché è un file già realtà e non una promessa tu stai parlando di. E dopo questa partita è ancora più chiaro per tutti. Per tutto il primo set, durato 72 minuti, il ragazzo altoatesino è stato il miglior giocatore in campo. Contro il Re assoluto dell’argilla, che forse si starà ancora chiedendo come sia riuscito a vincere quel primo set, dopo che Sinner ha servito 6-5 a suo favore.
La cosa fantastica è quella dopo aver perso un set ha già assaggiato, avendo così assunto uno dei più grandi mai realizzati nel suo orto, non si è scoraggiato come sarebbe successo a qualsiasi giovane calciatore. Ci credeva ancora, è anche una differenza dagli altri. Ha lanciato due dritti folli e ha preso anche un vantaggio di break nel secondo. Come se non fosse successo niente, come se fosse normale mettere Nadal in tanta difficoltà sulla terra rossa di Parigi. poi il campione spagnolo ha effettuato le misurazioni a Jannik, leggendo il suo rovescio in anticipo, sempre incrociato e mai giù per la linea. Ma fino al 4-4 del secondo set, per 2 ore e 10 minuti, è stata una vera partita.
Anche, pure Martina Trevisan si ferma ai quarti di finale, con una netta sconfitta. Iga Swiatek non è un comune carneade. Anche lei era una ragazza prodigio, proprio come lo era stata Martina ai suoi tempi, molto di più. A 19 anni e pochi giorni, qui al Roland Garros ha umiliato i due Markèta Vondrousova, finalista lo scorso anno, come Simona Halep, numero uno al mondo. Con un punteggio ancora più severo di 63 61 attribuito al toscano, frutto di uno stile di gioco moderno, sul cemento, senza mezze misure. Sempre attaccato alla linea di fondo, sempre avanti, colpi a volte anche senza top spin, appena sei pollici sopra la rete, servizio pesante. UNA la macchina moderna spara proiettili. Era difficile e tu lo sapevi. Contro un avversario potente e atletico, Martina è stata quasi costretta a mescolare le carte con i suoi giri, attaccando per prima. Ha funzionato per 20 minuti. Poi il polacco ha iniziato a martellare. Non c’era gioco.
Ma questo non toglie nulla a quello che ha fatto Martina. Non sarà un episodio isolato, questo quarto di finale, non sarà un affare di Cenerentola. Anche se avremmo sperato in una sorpresa ancora più grande, quella tra Nadia Podoroska (131esima al mondo) e Swiatek (59), sabato giocherà in finale, e sarà la finalista con il ranking più basso dal 1984, estromettendo Jelena Ostapenko, che in il 2017 vinse anche quando era numero 47. Martina Trevisan può recuperare il tempo perso con la malattia e ricostruirsi con gli interessi. È permesso sognare, perché nel tennis femminile non ci sono più gerarchie e capi. “Per me, questo torneo è un nuovo inizio. E poi ho ricevuto tanti messaggi dall’Italia. Non mi considero un esempio, ma sono felice che la mia storia, la mia lotta all’anoressia, possa essere fonte di ispirazione per chi si trova nelle condizioni in cui mi sono trovata ”. La notte scorsa A Martina e Jannik mancavano le stesse cosee: abituato a certe partite di alto livello, un po ‘fisico. È predestinato. Lei, una giocatrice e una persona rinata. Ciascuno in modo diverso, due doni preziosi, due epifanie. A presto.
7 ottobre 2020 (modifica il 7 ottobre 2020 | 01:51)
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