La Procura della Procura di Aosta (I) ha aperto un’inchiesta sui lavori eseguiti sul versante italiano della pista che ospiterà a novembre a Zermatt-Cervinia la Coppa del Mondo di sci alpino. Il lancio è avvenuto in seguito alle polemiche legate ai lavori svolti sul lato svizzero della pista.
Secondo l’agenzia di stampa italiana ANSA, lo scopo dell’inchiesta è quello di far luce sul modo in cui è stata realizzata la parte italiana del percorso della Gran Bica e, se necessario, di condurre ulteriori indagini. Finora l’indagine non ha avuto alcun impatto sul regolare svolgimento delle gare di Coppa del mondo di sci alpino in programma dall’11 al 19 novembre.
L’indagine è stata avviata su iniziativa della Procura di Aosta dopo la pubblicazione di informazioni su lavori eseguiti sul lato svizzero della pista. La zona di sua giurisdizione si trova nel fondovalle, nel settore attraverso il quale passerà la seconda parte della stirpe di uomini e donne.
“I lavori sono quasi finiti e procedono bene nelle due porzioni del territorio italiano”, ha detto mercoledì in consiglio regionale l’assessore allo sviluppo economico Luigi Berschi, rispondendo a una domanda del gruppo Progetto Civico Progressista. Spiega che la società che gestisce l’attività “aveva precedentemente lavorato per ottenere tutti i permessi e le licenze per andare avanti con piena legittimità l’anno scorso”.
Parte delle strutture fuori regione
Da parte svizzera, martedì la Commissione cantonale delle costruzioni (CCC) ha vietato l’uso immediato di alcuni impianti situati sul ghiacciaio del Theodul a Zermatt. Sottolinea che leggendo il planimetria prevista per la Coppa del mondo di sci alpino di novembre, “si è notato che una parte degli impianti sconfina, in un’area molto piccola, al di fuori del comprensorio sciistico omologato in territorio svizzero”.
Immediata la reazione del comitato organizzatore locale del Matterhorn Cervino Speedway: “Non appena il meteo lo permetterà, verranno apportate le opportune correzioni senza problemi, senza incidere sul layout del tracciato dal punto di vista sportivo”. Ha preso atto di questa nuova decisione e ha deciso nuovamente di non presentare ricorso.
La decisione “conferma che i lavori sono stati realizzati senza il permesso di costruzione del CCC, in parte al di fuori dell’area, contrariamente alle assicurazioni generali del Comitato organizzatore”, da parte loro, ha apprezzato l’organizzazione Avocat-es pour le climat che ha accolto il vittoria della nuova importante fase del ghiacciaio del Theodul.
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