Troppo lento ? Troppo conservatore? Mancanza di mezzi? Il calcio italiano è entrato nell’introspezione dopo l’eliminazione di tutti i suoi club ancor prima dei quarti di finale di Champions League, una prima dal 2016. “Un fallimento annunciato in cui la vittima, il nostro calcio, è anche il colpevole”, ha sintetizzato il Il Corriere dello Sport parte, come altri media, in cerca di rimedi. I brividi dell’Europeo Grand Eight, l’Italia li lascerà agli inglesi (tre club qualificati), ai tedeschi (due), agli spagnoli (uno), ai francesi (uno) e ai portoghesi (uno).
Dopo l’Inter, uscita a dicembre, le tre qualificazioni per l’ottavo posto non saranno andate oltre: logico per Atalanta Bergamo contro Real Madrid (0-1, 1-3) e Lazio Roma contro Bayern Monaco (1-4, 1-2 ), caduto contro gli orchi, ma disastroso per la Juventus contro l’FC Porto ridotto a dieci per un’ora al ritorno (1-2, 3-2 dopo). Il calo italiano è un trend forte, evidente dalla finale 100% italiana del 2003 tra Milan e Juventus. Nelle quindici stagioni precedenti questo vertice (1988-2003), l’Italia aveva piazzato undici squadre in finale e vinto cinque C1. E da allora: cinque squadre in finale per due soli successi, l’ultimo risale al 2010 con l’Inter di José Mourinho. L’anno scorso l’Atalanta ha salvato l’onore invitandosi alla Finale 8 di Lisbona, battuta nei quarti dal Paris SG (1-2). Nel 2018 anche la Juventus si ferma ai quarti (contro l’Ajax) dopo aver tremato all’ottavo posto contro l’Atlético Madrid.
Per l’ex tecnico Fabio Capello, l’Italia semplicemente non tiene più il passo di una partita che ha fatto la sua rivoluzione altrove, in particolare in Inghilterra, Germania e Spagna. “Il calcio italiano è lento”, ha criticato il consulente del canale Sky Italia. “Pensiamo di poter vincere con la tattica, ma diventa difficile quando si va in Europa, contro squadre con tanta intensità”, ha aggiunto, abbagliato dalla maestria del Real o dalla voglia permanente del Bayern nonostante una qualificazione quasi in tasca. Nel calcio moderno dove tutti i giocatori difendono e attaccano insieme, Capello ha sottolineato l’anomalia di avere Cristiano Ronaldo “esente dall’aiutare gli altri” a difendere alla Juve. Un’osservazione senza dubbio valida anche per altre stelle della Serie A come Zlatan Ibrahimovic al Milan o Franck Ribéry alla Fiorentina. Il difensore della Lazio Francesco Acerbi si è inchinato alla “mentalità vincente” dei bavaresi: “Stanno vincendo e vogliono ancora vincere. ”
L’argomento finanziario
Ad inizio stagione la Serie A aveva mostrato l’inizio di un’evoluzione con più squadre in gioco (Sassuolo, Verona, ma anche promosse come La Spezia), sul modello dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini o dell’Italia di Roberto Mancini. Anche la dura Inter di Antonio Conte ha attaccato per un po ‘con più giocatori, anche correndo più rischi.
Ma dopo la battuta d’arresto in C1 e la necessità di risultati in campionato, i nerazzurri sono tornati ad essere molto “italiani”, più compatti, più attendisti e … più vittoriosi in Italia.
Al di là del campo, una delle spiegazioni è ovviamente finanziaria perché l’Italia non ha più necessariamente i mezzi per attirare le star. Anche Juventus (10 ° nel barometro 2021 dell’azienda Deloitte sulla ricchezza dei club) e Inter (14 °) faticano ora a competere con Barcellona, Real, PSG o con i grandi club inglesi. Le entrate attese dei diritti televisivi per le prossime stagioni, attualmente in fase di assegnazione, dovrebbero, nella migliore delle ipotesi, consentire il perdurare di questa situazione, ma sembra difficile sperare in una crescita reale.
Non basta però l’argomentazione finanziaria per spiegare la sconfitta dei fuoriclasse della Juve contro il Porto. Vengono evocati anche, alla rinfusa, un difetto della formazione italiana, alcune internazionali in evoluzione / trasloco all’estero (Verratti, Florenzi, Jorginho), addirittura lo stato del campo in Italia che non favorirebbe il bel gioco “europeo”. Buone notizie nonostante tutto per la Serie A: come l’Inter, diventata azzimata quando il loro programma si è alleggerito, Juve, Lazio e Atalanta potranno ora dedicarsi al campionato. Con un obiettivo per tutti: trovare questa Champions League così dolorosa, ma così attraente.
Anthony LUCAS / AFP
Troppo lento ? Troppo conservatore? Mancanza di mezzi? Il calcio italiano è entrato nell’introspezione dopo l’eliminazione di tutti i suoi club ancor prima dei quarti di finale di Champions League, una prima dal 2016. “Un fallimento annunciato in cui la vittima, il nostro calcio, è anche il colpevole”, ha sintetizzato il Festa del Corriere dello Sport, come altri media, in …
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