23:45, 25 dicembre 2021
“Alla vigilia dell’inizio della presidenza francese dell’Unione europea, lo studio EuropaNova-Ifop-JDD pubblicato contemporaneamente sul Corriere della Sera e il Frankfurter Allgemeine Zeitung evidenzia una triplice eccezione francese in materia europea, in particolare rispetto a Germania e Italia, due paesi in grado di esercitare una leadership politica europea. Questa triplice eccezione francese mette in discussione la capacità di formazione della Francia quando, dal 1° gennaio, esercita la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Come può un Paese in cui il tema europeo è diventato un importante fattore di polarizzazione affermarsi oggi come motore della costruzione europea?
Prima eccezione francese, Se in Germania come in Italia, l’orgoglio nazionale ed europeo va di pari passo con un altissimo livello di orgoglio europeo che riunisce tre cittadini su quattro di tutte le generazioni e attraversa le diverse categorie socio-professionali, in Francia la correlazione non è ovvia. L’orgoglio europeo mobilita solo due francesi su tre e alcune popolazioni come le professioni indipendenti sperimentano un sentimento di debolezza o addirittura un’assenza di sentimento di orgoglio europeo mentre storicamente queste popolazioni erano europeiste e rimangono tali, come dimostra. tutti gli altri Stati membri dell’Unione.
Seconda eccezione, controintuitivo, il livello di orgoglio europeo dei giovani francesi e il loro desiderio di una più forte integrazione europea è inferiore rispetto ad altri paesi europei. Ad esempio, sia i giovani italiani che i giovani tedeschi testimoniano un livello significativamente più alto di orgoglio e integrazione europea. Le preoccupazioni per il futuro dei giovani, più forti in Francia che in altri paesi europei, impediscono loro di proiettarsi come europei. Di fronte alle stesse preoccupazioni, i giovani italiani vedono il loro futuro in Europa, che si traduce in un’elevata mobilità europea di quest’ultima.
Terza eccezionale eccezione francese, in Italia come in Germania, i sostenitori dei partiti politici dalla sinistra della sinistra alla destra moderata accumulano livelli alti e omogenei in termini di orgoglio europeo e di integrazione più profonda. In Francia i simpatizzanti dei partiti politici sono molto più frammentati, la sinistra della sinistra, che durante il referendum del 2005 era per una maggiore integrazione europea, ora è favorevole a sovranità nazionali rafforzate mentre la destra moderata è divisa contrariamente a quella italiana e le controparti tedesche, favorevoli a un’integrazione europea molto più profonda.
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I francesi sembrano oggi andare contro il filo dei cittadini delle altre due principali potenze dell’Unione
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Come spiegare queste eccezioni francesi? La natura del regime politico è certamente un fattore determinante. La Francia è quindi l’unico Paese ad avere un forte regime presidenziale mentre gli altri 26 Stati membri dell’Unione sono democrazie parlamentari in cui i partiti devono formare un’alleanza. Tuttavia, un sistema presidenziale polarizza l’opinione. Se il presidente è visto come europeista e monopolizza il discorso sull’Europa positiva, le opposizioni tenderanno a opporsi all’Europa in generale oa trascurare l’argomento. In Italia, come in Germania, la minore personalizzazione del potere e la cultura della coalizione sono, al contrario, favorevoli a un positivo appoggio politico delle questioni europee da parte di tutti i partiti di governo e più in generale della società civile.
Inoltre, la forte focalizzazione del dibattito pubblico francese sulla questione migratoria associata all’Europa contribuisce ad accentuare ulteriormente la frammentazione delle opinioni. Questa attenzione è paradossale in Francia in quanto non avviene né in Germania né in Italia, due paesi che hanno affrontato di recente una pressione migratoria molto più elevata di quella esercitata sulla Francia. Terzo fattore esplicativo, il discorso sull’Europa dal no francese del 2005 al progetto di Costituzione per l’Europa può spiegare anche queste eccezioni, compresa quella degli europeisti. Questi ultimi spiegano costantemente che l’Unione va ricostruita. Tuttavia, l’esperienza mostra che questa profonda revisione è di fatto voluta solo dai francesi, dando la sensazione di un fallimento nazionale nell’influenzare la costruzione europea.
Quale impatto sul PFUE? I francesi sembrano oggi essere contrari alla corrente dei cittadini delle altre due principali potenze dell’Unione, che rischia di ridurre la loro capacità di formazione politica all’interno dell’Unione europea. Eseguito in un quadro transpartisan, il PFUE del 2008 ha permesso di avviare un’opera di riconciliazione tra la Francia e l’Unione Europea, che aveva contribuito a trasformare gran parte della popolazione a favore dell’Europa. La concomitanza delle elezioni presidenziali e del PFUE del 2022 tende piuttosto nella direzione di una maggiore polarizzazione. Sarebbe stato indubbiamente preferibile posticipare il PUFE dopo le elezioni presidenziali come il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk aveva proposto al presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron».
Guillaume Klossa è fondatore di EuropaNova e saggista. È stato consigliere speciale del ministro in carica della presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea nel 2008.