Gli squali sono buoni. I cinghiali sono il piede. Quando Steven Spielberg stava dirigendo denti di mare Nel 1975, probabilmente non aveva idea che avrebbe quasi ispirato un sottogenere. Tra i suoi innumerevoli figli illegittimi, spiccano francamente alcune pepite, come il sublime. Razorback.
I graffiti di Ecran Large, vestiti con un cappotto di seta, hanno deciso di intraprendere un piccolo giro su film stupidi, inquietanti, fragorosi, nemici e sgargianti. Ma prima di parlare di rettili con grandi coccodrilli, grandi serpenti e grandi lucertole, torniamo a uno dei gioielli del genere e ai mammiferi dalle zanne minacciose. Inizialmente un semplice poster australiano per denti di mareE il Si è gradualmente trasformato in un indimenticabile viaggio di bellezza. Per quale miracolo?
Dov’è l’Obelix quando abbiamo bisogno di lui?
incisivi mascellari
C’è una bellezza nel riciclo nel cinema dello sfruttamento, la serie Margolin B e le lettere grandi, che i grandi classici non potranno mai toccare. Razorback Ecco la prova: in origine, non c’era niente di meno che il desiderio di ripetere la formula che ha cambiato l’intrattenimento popolare americano. Tuttavia, forgerà una vera identità. È lungi dall’essere l’unico.
Alla fine degli anni settanta e all’inizio degli anni ottanta, nel paese dello zio Sam si diffusero film di creature con pinne, capelli o piume (piranhaE il orca e più tardi tremante) e Italia (artigliE il mostro dell’oceano rosso…) e altrove. Gli australiani inizieranno sicuramente e non lo faranno a metà.
Orca, un’altra pepita nel suo genere
Nel documentario, con un titolo adatto squalo sulle gambe, il produttore Hal McElroy ammette prontamente: Sfogliando la prima versione inedita del romanzo del giornalista Peter Brennam, ho visto subito similidenti di mare. Prima di avvicinarsi al regista, chiamò Bob McCarron, che conosceva grazie al suo lavoro Mad Max 2: La SfidaGli chiese se poteva fare un maiale delle dimensioni di un rinoceronte. L’artista ha risposto affermativamente, sorpreso ma divertito.