Mentre i suoi costi di produzione sono più alti che altrove in Europa, Stellantis ha annunciato, lunedì 11 ottobre, le sue prime riorganizzazioni industriali in Italia. Per ottimizzare le proprie strutture, il gruppo risultante dalla fusione tra PSA e FCA ha trasferire la propria catena di montaggio da Grugliasco allo stabilimento di Mirafiori, situato a quattro chilometri di distanza nella regione di Torino.
Mentre il sito di Mirafiori produce già la Fiat 500 elettrica, diventerà il principale hub di produzione di veicoli elettrici del gruppo in Italia, poiché entro il 2024 verrà assemblata una nuova piattaforma elettrificata per le berline Maserati.
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Torino like “Centro strategico”
Nell’ambito di questa riorganizzazione, i 1.100 dipendenti della sede di Grugliasco verranno progressivamente trasferiti – entro il 2024 – a Mirafiori, dove già lavorano 2.600 persone, tutte senza “Nessun impatto sul livello generale di occupazione”, ha assicurato Stellantis a seguito di un incontro con il governo italiano ei sindacati organizzato a Roma.
Mentre il management del brand aveva annunciato, alla fine del 2020, che la GranTurismo Coupé sarebbe il primo modello elettrico commercializzato da Maserati dal 2022, Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo Economico, indica che “Torino diventerà il centro strategico del processo di elettrificazione del gruppo, dove verranno realizzati i modelli elettrici della Fiat 500 e della Maserati”.
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Oltre due miliardi di euro investiti a Mirafiori
Attualmente in produzione la Fiat 500e, ma anche il SUV Maserati Levante in versione ibrida e termica, lo stabilimento di Mirafiori ospiterà infine, oltre alla GranTurismo, la produzione dei modelli Ghibli e Quattroporte, attualmente assemblati a Grugliasco. Stellantis ha anche assicurato che le future generazioni di Fiat 500 continueranno a essere prodotte nel suo stabilimento industriale di Torino, dove il gruppo ha investito oltre due miliardi di euro negli ultimi tre anni.
Il gruppo non ha specificato cosa accadrà al sito di Grugliasco, ma si potrebbe considerare una chiusura, poiché il suo tessuto industriale italiano mostra una sovraccapacità produttiva. Ciò consentirebbe di contribuire al raggiungimento delle sinergie annuali di oltre 5 miliardi di euro annunciate in sede di fusione. Inoltre, il gruppo ha confermato che il suo stabilimento di Melfi, situato nel sud Italia, produrrebbe quattro nuovi modelli di veicoli elettrici a partire dal 2024. Allo stesso modo, a Termoli, nel centro del Paese, sorgerà la sua terza fabbrica di batterie.
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