Nella prossima settimana, la Tunisia sarà salda nel suo destino… Affrontare il Fondo Monetario Internazionale, e non solo. Sono in corso molti negoziati delicati e sono invitati molti leader di paesi internazionali. Dita incrociate, ma niente ha vinto davanti… (Illustrazione: Kais Said – Naglaa Boudin – Kristalina Georgieva (FMI).
di Mukhtar Al-Amari *
Diamo un’occhiata più da vicino ai problemi, ai motivi incombenti per il cambiamento. Questo alla luce delle ultime notizie e fughe di notizie nelle discussioni con capitali, donatori e agenzie internazionali.
Francia:
Il presidente Kais Saied ha discusso di questi temi con Manuel Macron, spiegandone l’inammissibilità “Il Fondo monetario internazionale impone” E pressioni indirette sul Consiglio di Amministrazione del Fondo Monetario Internazionale. La Francia ha il suo rappresentante permanente in questo consiglio cruciale.
La telefonata tra i due presidenti, ieri, sabato 3 giugno 2023, era su richiesta di Qais Saeed. Questa telefonata arriva il giorno dopo un’altra telefonata non meno importante con il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni.
Con il presidente Macron gli scambi avrebbero rivisto molte questioni.
Il primo punto che è stato affrontato riguardava il ritardo nella decisione del FMI di finalizzare un accordo in discussione da quasi 3 anni, per un importo di 1,9 miliardi di dollari. Kais Saied teme il suo programma di rielezione entro un anno, se il Fondo monetario internazionale continua a rifiutarsi di prestare denaro alla Tunisia, senza vere riforme strutturali.
Il secondo punto principale di questo scambio si sarebbe concentrato sulla nuova tassa destinata ai ricchi in Tunisia e sui suoi effetti dannosi e dannosi sull’economia tunisina. Va detto che in Tunisia operano un centinaio di grandi aziende francesi e imprenditori binazionali. Difficile immaginare che la Francia acconsentirebbe a questo tipo di misura, dopo averne mostrato le distorsioni e le perversità in molti paesi fortemente indebitati e il cui investimento è in grave depressione.
Il terzo punto discusso sarà quello geopolitico, con in mente l’Algeria e le sue crescenti influenze in Tunisia. Dall’Italia e il riavvicinamento tra Tunisia e Roma sull’immigrazione ma non solo. Da notare che i media francesi stanno esercitando una forte pressione che riflette le critiche dell’opinione pubblica alla Tunisia di Said. Record ed editoriali hanno danneggiato la Tunisia più del presidente Said.
Le recenti tensioni diplomatiche e gli errori tra Parigi e la Tunisia potrebbero concludersi con il cambio dell’ambasciatore francese in Tunisia, Andre Baran, sostituito da una donna che conosce bene la Tunisia.
Italia:
Nello stesso quadro si inserisce la prossima visita del Presidente del Consiglio italiano. Il dossier Fmi è inevitabile, anche se la questione immigrazione è la base principale della visita.
Georgina Meloni sarà il principale Capo di Stato europeo in Tunisia dal golpe di Said del 25 giugno 2025.
L’Italia fa del suo meglio per influenzare il consiglio di amministrazione del Fondo monetario internazionale, ma chiede alla Tunisia di fare il necessario per contenere i flussi migratori dalle coste tunisine verso l’Italia (solo più di 40mila nel 2023).
L’Italia non è solo interessata al dossier immigrazione, ma tiene conto anche dei suoi progetti strategici con l’Algeria da una parte e la Libia dall’altra. In questo contesto, la Tunisia non deve esporsi all’instabilità e deve prendersi cura della sua immagine danneggiata in più di un modo: dichiarazioni razziste, un’ondata di arresti di dissidenti, un attacco terroristico contro gli ebrei a Djerba…
Stato unito :
La Banca Mondiale, con un nuovo presidente, riprenderà i negoziati con la Tunisia (vietati dal 6 marzo), in particolare per includere in uno dei suoi prossimi consigli di amministrazione un piano strategico che definisca la cooperazione con la Tunisia.
Diverse fonti concordanti indicano che l’FMI sta per inserire il dossier nell’agenda del suo consiglio (al più tardi a giugno-metà luglio).
Il Fondo Monetario Internazionale è in attesa degli ultimi provvedimenti di riforma che saranno inseriti nella Legge Finanziaria del 2024. Ma anche qui il progetto di tassare i ricchi dà fastidio al FMI. E tutto indica che l’aumento delle tasse riguarderà tutti i contribuenti tunisini, non solo i ricchi.
Agenzie di rating:
La prossima settimana, precisamente il 7 giugno, una delle agenzie di rating terrà ancora una volta una conferenza sul rating del credito della Tunisia. Qualsiasi possibile declassamento di questo rating aggraverà la situazione e, a sua volta, porterà a una diminuzione delle riserve di valuta estera… e un indebolimento del dinaro, tra le altre cose!
Circolano rapporti di intelligence e bollettini segreti che annunciano una grave carenza di cibo per questa estate. La carenza riguarda generi alimentari (cereali, latte, frutta e verdura), prodotti energetici (benzina e gas) e prodotti farmaceutici.
A livello interno, stanno crescendo le tensioni per le devianti politiche monetarie della Banca centrale tunisina. Politiche che penalizzano gli investimenti e arricchiscono ingiustamente le banche tunisine. Il tutto nel contesto di una recessione economica senza precedenti.
La banca centrale è meno credibile in termini di agenzie di rating. È pilotato senza un piano strategico, l’ultimo dei quali si è concluso due anni fa. Il rapporto annuale della Banca centrale tunisina è atteso con impazienza dagli investitori. La Banca centrale tunisina rischia un altro deterioramento del suo rating creditizio nei prossimi giorni.
Le discussioni sul budget sono in pieno svolgimento e la totale incertezza riguarda il modo in cui verranno finanziate le spese per le buste paga.
Situazione complessa, più per la Tunisia. Ma scommetto che l’inizio della revoca dell’embargo può arrivare rapidamente da parte del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e dei donatori che seguiranno…
Blog d’autore. Economia della Tunisia E4T.