“Il nostro sistema solare funziona come un orologio svizzero. Aggiungi gli ingranaggi e tutto funziona” (Stephen Kane)
Uno studio condotto dall’astrofisico Stephen Kane della Riverside University in California, Stati Uniti, ha rivelato che un pianeta situato tra Marte e Giove potrebbe allontanare la Terra dal sistema solare ed eliminare ogni forma di vita. Lo studio è stato pubblicato il 28 febbraio su Scientific Journal Rivista di scienze planetariecon il titolo “Dynamic Consequences of Giant Earths in the Solar System”.
Con questo studio, Stephen Kane mira a colmare due lacune in astrofisica. Uno di questi è la differenza di dimensioni tra pianeti terrestri e pianeti giganti gassosi. Il più piccolo gigante gassoso è Nettuno, 17 volte più grande della Terra, il più grande pianeta terrestre del nostro sistema solare. Nel suo studio, lo scienziato ha spiegato che non c’è niente tra di loro. “In altri sistemi stellari, ci sono molti pianeti che hanno masse intermedie. Li chiamiamo super-Terre”, ha spiegato.
Un’altra discrepanza riguarda la posizione di Marte e Giove rispetto al sole. Lo studio dice: “La struttura delle orbite planetarie del sistema solare mostra un grande contrasto tra le orbite di Marte e Giove, che sono abitate da un enorme serbatoio di asteroidi”. “Queste caratteristiche della struttura del sistema solare forniscono prove convincenti delle interazioni passate e rimangono molte sfide per i modelli di formazione del sistema solare”.
Queste lacune possono far luce sull’evoluzione della Terra e sulla struttura del sistema solare. Per colmare queste lacune, Stephen Kane ha eseguito simulazioni dinamiche al computer di un pianeta tra Marte e Giove, con masse diverse, e ha osservato gli effetti del pianeta sulle orbite di altri pianeti nel sistema solare. “Questo pianeta immaginario dà a Giove una spinta sufficiente per rovinare tutto il resto”, ha detto Kane. “Sebbene molti astronomi volessero questo pianeta in più, è un bene che non ce l’abbiamo.”
“Questo lavoro offre un vantaggio all’assenza di un pianeta terrestre locale, mostrando il potenziale di instabilità orbitale che tale massa planetaria aggiuntiva può indurre”, si legge nello studio. “Il nostro sistema solare funziona come un orologio svizzero. Aggiungi gli ingranaggi e tutto funziona”, ha concluso Stephen Kane.