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Viaggio in Italia attraverso l’obiettivo del fotografo Paolo Abate

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Colline, borghi medievali, mercatini dell’antiquariato e cene accanto al fuoco: è nella Tuscia – luogo segnato dall’accoglienza genuina di chi ci abita da sempre – che il fotografo ci porta Paolo Abate. Per scoprire la purezza del modo di vivere italiano più autentico, in un percorso lento, fatto di passeggiate lungo i viottoli di campagna e di ville di charme, per assaporare le atmosfere bucoliche che da sempre contraddistinguono il “Bel Paese”.

Palazzo abbandonato sulle colline della Tuscia, Lazio.

© Paolo Abate

Un tardo pomeriggio invernale, una luce soffusa e una nuvola solitaria adornano il cielo crepuscolare. Un susseguirsi di colline e antichi borghi medievali attraversa il paesaggio, una linea spalancata che si estende da est a ovest: l’esperienza inizia, nel silenzio di questa campagna, accompagnata da Maddalena Mauri, restauratrice e proprietaria della splendida Villa Lascia. La dimora storica è composta da stanze affrescate, abitate da oggetti curiosi e affettuosi animali domestici.

Salone d’onore nel castello di Montecalvello, nel Lazio.

© Paolo Abate

Il viaggio prosegue con la visita di antiche ville abbandonate e castelli medievali, come il Palazzo Cozza Caposavi a Bolsena o il Castello dell’artista Balthus a Montecalvello. La presenza di elementi fuori misura è una caratteristica costante di questi interni finemente decorati. Gli spazi, i mobili e le aperture suggeriscono il desiderio di stupire chi attraversa la fila infinita di questi interni. Una curiosa composizione di brani spesso disconnessi tra loro, che richiamano le diverse stratigrafie del tempo. Una passeggiata architettonica – come l’avrebbe definito Le Corbusier – che, seppur in rovina, è divenuto fedele testimone di un glorioso passato.

Interno del soggiorno di Villa Lais al tramonto, Sipicciano.

© Paolo Abate

In queste stanze, tra grandi soggiorni e interni privati, è sorpreso dal dialogo permanente con l’esterno che avviene attraverso i dispositivi decorativi e le grandi aperture che si affacciano su paesaggi conservati. Siamo più che tentati di lasciare le finestre spalancate per far entrare luce, bellezza e silenzio. Un silenzio interrotto solo dal frinire di una ghiandaia di passaggio, forse due, che popolano queste valli. Il mondo, visto attraverso i sottili telai delle finestre, sembra calmo, estraneo alla frenesia e al tormento della vita cittadina.

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