Passeggiate, gite al mare, aperitivi con vista su Stromboli: dalla verde Salina alla selvaggia Alicudi, l’esilio alle Eolie è squisito. Senza offesa per Nanni Moretti.
“Caro diario, io sono felice solo in mare, durante il viaggio dall’isola sono appena partito per quella a cui sto per raggiungere. » Nel suo Diario personale (1993), Nanni Moretti parte per cercare ispirazione e riposare alle Isole Eolie, coriandoli vulcanici nel nord della Sicilia. Senza mai raggiungerlo del tutto. Un paradosso che, ovviamente, rende tutto il fascino di questa scappatella condotta di corsa, dove ogni isola visitata nasconde una spiacevole sorpresa (ingorghi, bambini-re, jet-set, ecc.) che spinge il regista diarista e il suo baffuto compagno recentemente convertito alle vertigini delle telenovele per risalire subito in barca, mentre logicamente la dolce vita dell’isola dovrebbe incoraggiarli a crogiolarsi lì.
L’arrivo notturno all’isola di Salina, nella mite estate indiana siciliana, riporterebbe infatti il sorriso ai turisti più stanchi, anche dopo una turbolenta traversata di due ore dal porto di Milazzo, a nord-est della Sicilia, con conche di 3 metri. Delle sette isole principali che compongono l’arcipelago eoliano, Salina è senza dubbio la più bella e centrale. È lì che è opportuno stabilire il suo campo base per visitare gli altri. A parte imitare Moretti, ci vuole una buona settimana per goderne ognuno. Avendo solo tre giorni, abbiamo saltato il più mitico, Stromboli, già percorso durante un precedente pellegrinaggio cinefilo. Ma state tranquilli, il vulcano di Roberto Rossellini è ancora attivo, e la sabbia sulla spiaggia, di un nero intenso e immacolato. I progetti faraonici del sindaco megalomane di Diario personale fortunatamente non sono mai stati implementati. La visita a Panarea, soprannominata “Isola VIP” da quando i milionari milanesi ne hanno fatto il loro garage per yacht, non ci sembra indispensabile, a meno che non si voglia vedere Helmut Berger, come promesso a Moretti dall’esasperante regina delle com e della notte che lo insegue nel film.
Difficile perdersi a Salina: c’è una sola strada, di grande bellezza, che si snoda in mezzo ai vigneti di Malvasia, scivolando lungo le scogliere di pietra pomice, e offrendo, in ogni momento, una vista mozzafiato sugli isolotti vicini. In una breve ora si raggiunge il porto di Rinella, dominato dal Monte Fossa delle Felci (962 m) e dal Monte dei Porri (860 m), due vulcani spenti completamente ricoperti da boschi, che conferiscono all’isola il suo caratteristico profilo con lei caratteristico paio di capezzoli verdi.
Da Rinella si può prendere il battello per Filicudi e Alicudi, due delle isole meno conosciute dell’arcipelago. È ad Alicudi, la più occidentale e selvaggia, che Nanni Moretti trova finalmente la calma che cercava. Nessuna strada carrabile quindi niente auto. Solo poche case sul fianco di un vulcano, collegate da scale in pietra nera. Vi vivono tutto l’anno poche centinaia di pescatori e una dozzina di muli. L’orticoltura è praticata sui terrazzamenti, rosicchiata sulla montagna. Il resto dell’isola è dedicato agli uccelli, ai fichi d’India e ai rari escursionisti che si avventurano su sentieri poco segnalati. Nel film, l’amico di Moretti, specialista di James Joyce diventato un tossicodipendente televisivo, è scappato una notte quando ha scoperto che non c’erano acqua calda o elettricità. Dalla sparatoria, Alicudi è stato connesso alle reti ma resta lontano dal mondo. Il luogo perfetto per isolarsi o meditare.
Dove bellezza fa rima con convivialità
Alla domanda sull’impossibile ricerca della tranquillità dell’eroe di Diario personale, Nanni Moretti ha detto che voleva farlo “un film sul settarismo, sulle isole culturali. Sulla mancanza di comunicazione e curiosità nei confronti dei vicini a pochi chilometri di distanza, miglia nautiche, in questo caso. È un film su un gruppo di persone che preferisce affermare la propria esclusività, le proprie differenze, piuttosto che interessarsi agli altri”.
Certo, il ritratto corrosivo che disegna degli abitanti delle Isole Eolie non rende giustizia alla cordialità che il viaggiatore proverà durante il suo soggiorno. Nessuna voglia di fuggire, anzi, quando metti piede su questi vulcani. Contiamo invece di stabilirci stabilmente in una di queste case dalle pareti bianche e una terrazza sul tetto con vista su Stromboli. E vive di polpo, capperi e pomodori secchi.
Cinque cose da fare a Salina
► Noleggia uno scooter nel porto di Santa Marina e gira per l’isola ascoltando, come Moretti nel suo film, Il concerto di Colonia di Keith Jarrett www.rentbongiorno.it
► Fare il bagno nella bellissima caletta di Pollaradove è stato girato un altro film, Il postino, di Michael Radford, con Philippe Noiret nel ruolo di Pablo Neruda.
► Andare a bere qualcosa al tramonto a Capo Faro (www.capofaro.it) e vedere le isole di Stromboli e Panarea colorarsi di rosa.
► Partenza per la scalata del Monte Fossa delle Felci, il punto più alto dell’isola (962 m). Quattro ore di cammino (senza forzature e pause incluse) dalla chiesa di Santa Maria del Terzito.
► Portare indietro una bottiglia di Malvasia di Liparivino dolce locale, e capperi, che crescono in tutte le Isole Eolie.
Leggere Nanni Moretti. interviste, di Carlo Chatrian e Eugenio Renzi (a cura di Cahiers du Cinéma/Festival Internazionale del Film di Locarno).
HoDiario personale, di Nanni Moretti (DVD Studio Canal o VOD)