In preda alle ondate di caldo marino, il Mediterraneo si sta riscaldando a livelli mai visti per il mese di luglio.
Il Mediterraneo sta bruciando. Le cupole di calore che riscaldano l’Europa meridionale stanno anche innalzando la temperatura alla superficie dell’acqua, che raggiunge livelli mai osservati prima per il mese di luglio. La temperatura misurata ogni giorno si avvicina sempre di più al record assoluto registrato durante l’ondata di caldo dell’agosto 2003. La colonnina di mercurio era poi salita a 28,25°C in media per la superficie totale dei 2,5 milioni di km² del Mediterraneo.
La mappa sottostante mostra l’entità del riscaldamento che attualmente interessa le acque del Mediterraneo. Tra il 15 giugno e il 24 luglio, le temperature possono aumentare molto rapidamente e molto bruscamente intorno alla penisola italiana, con un picco di intensità sul Mar Tirreno, tra la Sicilia e l’Italia continentale. In questa zona, la temperatura superficiale dell’acqua è salita a più di 32°C da sabato 22 luglio.
“La temperatura media sulla superficie del Mediterraneo è passata da 23 a 28°C da fine giugno. Abbiamo preso 5°C in un mese, è semplicemente incredibile”, si allarma Thibault Guinaldo, del Centro nazionale per le ricerche meteorologiche (Cnrm). Il ricercatore di oceanografia spaziale trova questa situazione tanto più preoccupante in quanto queste ondate di calore marino stanno diventando sempre più frequenti. Se è troppo fare un bilancio del 2023, “La scorsa estate, il Mediterraneo ha vissuto 70 giorni di ondata di caldo marino su un totale di 92 giorni, tra il 1 giugno e il 31 agosto”, specifica.
Anche questi episodi di temperature estreme (oltre il 90% delle letture effettuate dal 1982) si verificano sempre prima. “In genere i picchi di temperatura si osservano a fine agosto nel Mediterraneo. Ma nel 2022 il picco si è verificato intorno a metà agosto, con due settimane di anticipo. Oggi ci stiamo avvicinando al record assoluto dell’ondata di caldo del 2003 [28,25°C] che era stato misurato alla fine di agosto”spiega Thibault Guinaldo.
Le ondate di calore del mare, un fenomeno globale
Sullo sfondo di questo fenomeno c’è il riscaldamento globale, causato dall’influenza umana. Gli oceani e i mari infatti assorbono il 90% del calore in eccesso nell’atmosfera e la loro temperatura media è aumentata di 0,9°C dall’inizio del periodo preindustriale, come ricordato Le Figaro (articolo a pagamento) 20 luglio. Tuttavia, questo riscaldamento strutturale è aggravato quest’anno dalle condizioni estreme causate dagli anticicloni Cerbère e Caronte, che hanno incendiato l’Europa meridionale negli ultimi giorni.
Anche il Mediterraneo non è un caso isolato. Anche l’Oceano Atlantico, ad esempio, sta vivendo grandi ondate di caldo iniziate in primavera. Nel Pacifico è tornato il fenomeno El Niño. Un totale del 44% della superficie oceanica del mondo (al di fuori dei poli) sta attualmente vivendo un’ondata di caldo marino, secondo la US Oceanic and Atmospheric Studies Administration (NOAA). Un record dall’inizio di questo monitoraggio nel 1991.
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